Jason Kahn/Günter Müller ‘Blinks’

(For 4 Ears 2004)

Due vecchi percuotitori di pelli (ed altro) si ritrovano a confronto, quasi un lavoro sulla memoria, sul ricordo,
vibrazione pura; talvolta più morfinica ipotesi che reale consistenza.
Eppure è proprio questo senso di vagare nell’indefinito che affascina
notevolmente in questo “Blinks”, la perdita di ogni velleità
espressiva tribale (sarebbe stato l’ultimo punto di contatto con certa
scuola impro e industrial) in favore di un ammasso sonoro cupo ed
ondeggiante che si dilata nel tempo senza soluzione di continuità. Evoluzioni
sfrigolanti di elettronica da contatore geiger che si adagiano placide
su letti di vibrazioni oniriche (forse l’esile filo della memoria questo, il ricordo
ultimo, i momenti dopo il colpo; il ristabilirsi della calma nel suono che sfuma).
Sia Kahn che Müller spippolano placidamente senza nessuna fretta, increspature
rade, estremamente compatti eppur ariosi nel loro incedere ipnotico; riuscito
dunque?
Assolutamente si. Nei lenti moti che inscenano lungo l’arco dei nove movimenti
di cui è composto il cd si respira un venticello estremamente fresco e
gradevole che sfocia in catarsi ipno/oppiacee di notevole spessore. Meno cupo
rispetto ad altre uscite dei due autori “Blinks” se fosse stato concepito
qualche anno addietro si sarebbe trovato molto probabilmente inserito di forza
nella categoria dark ambient; se fosse però. Le vibrazioni
ed i leggeri colpi microfonati che agitano il quarto brano ci raccontano di spazi
aperti e gelidi dove comunque la luce del sole è sempre presente a rischiarare
il tutto, freddo intenso ma con un panorama ghiacciato di un azzurro da urlo.
Pittorico snodarsi di suoni.
Evocativo, raffinato; possibile crocevia per futuri sviluppi.
Qualcosa che parla una lingua apparentemente semplice ma dalle infinite sfumature;
dolce è naufragar in questo mar….

Voto: 8

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