Hormiga ‘Shore’

(Ghost Records/Audioglobe 2004)

E’ risaputo che ogni disco nasce e vive in funzione di assecondare il nostro stato d’animo e che noi, padroni del nostro destino o guidati da quale strana forza dell’universo, lo sfiliamo dallo scaffale per dare un senso al nostro umore. ‘Shore’ è uno di quelli da mettere su in camera con le luci soffuse o prima di andare a letto per immaginare luoghi mai esistiti e compiacere i sogni adiacenti. Ti invita prepotentemente ad un viaggio psichico dove il distacco dalla realtà vince la consapevolezza e la ricerca del dettaglio lambisce la nostra fragile essenza. Può essere convogliato nel filone post-rock, ma è una definizione tremendamente stretta, perché è sì minimale e ciclico quanto folcloristico nel creare soluzioni dall’alto tasso intimistico: da sottolineare, tra i frangenti più densi ed eleganti, i quattro episodi dove compare la voce, avvicinando, con la dovuta distanza, la forma-canzone. Le colonne portanti sono chitarra e pianoforte, agevolati da trombe, trombone, violino e fisarmonica che lo rendono ancor più seducente azzerando il senso spazio-tempo.

Voto: 8

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Autore: danielecintio@hotmail.it