Ciccone ‘Eversholt Street’

(Human Recordings/Foreign Affairs 2004)

Quando c’e’ un esplicito intento di far musica per divertirsi credo sia ragionevole provare per una volta a giudicare lo tsunami di nostalgia che ormai ha invischiato tutto e tutti con il senno di chi ne ha gia’ sentite a centinaia di cose come questa, ed e’ stravolto piu’ dalla quantita’ che dalla qualita’. I furbi Ciccone (un incrocio fra i Sonic Youth e Madonna potrebbe quasi dire qualcosa..) almeno non si chiamano The Ciccones, il che e’ gia’ una gran prova di carattere. Il ripescaggio dal passato (sia remoto che prossimo) e’ ovviamente totale e costituisce l’intero album, ma di sicuro e’ utilizzato in modo eccellente. Lo sfruttamento del fattore emotivo e’ decisivo, non entusiasmarsi nemmeno un po’ presuppone uno sforzo di volonta’, e volendo si puo’ ballare per tutto il tempo. Lo sfruttamento del fattore “emo” invece serve a rendere i Clash docili e tranquilli, senza problemi per la testa ne’ impegni di alcun tipo, sia nei pezzi a metronomo impazzito con Micky Strickson protagonista assoluto, sia in quelli in cui la dolce voce di Rebekha Delgado si spiega in esotiche preghiere (por favor mi amor remember me…).
Di certo un riscito ed apprezzabile tentativo di suonare un po’ piu’ forte degli altri in una folla di che sta comunque continuando a crescere esponenzialmente

Voto: 7

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Autore: ambra.g@gmail.com