Goldmund ‘Corduroy Road’

(Type Records/Baked-goods 2005)

Una mattina troppo fredda, il risveglio e una giornata di pioggia. Un romanticismo triste e disilluso accompagna l’ascolto e ci rende partecipi dello stato d’animo di Keith Kenniff in questo lavoro per la Type Records (neonata etichetta inglese fondata da Xela). Siamo ben lontani dal trattamento elettronico degli strumenti a cui il bostoniano ci aveva abituato come Helios (‘Unomia’ il suo debutto su Merck) ma l’atmosfera ricreata ci riconduce nella stessa direzione. Questa volta però l’intero apparato sonoro è affidato ad un pianoforte, accompagnato talvolta da una chitarra acustica (My Neighborhood, probabilmente la traccia più riuscita dell’intero album) o arricchito in sottofondo con effetti elettronici mai invadenti. Il suono aperto e dilatato crea melodie malinconiche con riverberi e accordi dissonanti (Downward To Darkness On Extended) per poi lasciarci intravedere uno spiraglio di luce (Larrows Of The Field) e dar vita ad un paesaggio la cui bellezza è proprio la sua disarmante semplicità. Un possibile punto d’incontro tra il lavoro fatto da Craig Armstrong nel suo ultimo ‘Piano Works’ e il progetto Swod di Olivier Doerrel.
Tredici tracce strumentali che raccontano altrettante storie e ci conducono per mano verso uno stato di elevazione e di distacco dai piccoli pezzi di umanità che ci circondano, concedendoci un istante riflessivo. L’affermazione di un artista e la piacevole sorpresa di un’etichetta destinata nel tempo a regalarci altri piccoli capolavori di straordinaria quotidianità.

Voto: 8

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