Daft Punk ‘Human After All’

(Virgin 2005)
Rieccoli i due francesi, si sono fatti attendere di nuovo 4 anni dopo un disco, ‘Discovery’, che per la verità non ha lasciato il segno, nonostante ricco di idee ed ottimi spunti a dispetto del suo piglio retrò, un disco che comunque, se questo dato può avere una qualche rilevanza sul valore artistico di un’opera, ha di nuovo superato e di gran lunga il muro delle 2 milioni di copie vendute. Detto ciò il seguente capitolo della saga Daft Punk ha il titolo di Human After All. Non credete comunque che questi due abbiano deciso di diventare umani, come sarebbe possibile per degli androidi come loro? Ma stavolta proveranno ad avvicinarsi, anche se con estrema difficoltà, ad un più comune senso della musica. Ho detto proveranno, perché quest’album continua a rimasticare suoni volutamente artificiosi e loop ritmici portati avanti fino alla nausea, anche se con maggiore attenzione in fase di produzione, nonostante la gestazione dell’intero album sia durata, a detta loro, solo due settimane. C’è tuttavia qualcosa che funziona davvero meglio in questo disco rispetto al suo predecessore (faccio di nuovo paragoni con ‘Discovery’ perché è pressoché impossibile prendere punti di riferimento nei lavori dei Punk, soprattutto quelli recenti), qualcosa che probabilmente ha a che vedere con la loro ricerca, una continua rievocazione di fantasmi ed umori ormai manifestamente funky ed electro, una ricerca che qui sembra meglio focalizzata, come dire meno dispersiva e più attinente oramai a una cifra stilistica che si sta via via delineando in maniera sempre più chiara. D’altronde Thomas Bangalter e Guy Manuel de Homem Cristo non sono mai stati avvezzi ad un suono troppo intelligibile, e questo è quantomeno lodevole visto che avrebbero potuto rendersi la vita commerciale più facile e molto più proficua semplicemente seguendo la linea di hit istantanee come Around The World o One More Time. Ma ‘Human After All’ è un disco che sa, a dispetto di tutto, come intrigare ed appassionare ascolto dopo ascolto, c’è un tema discorsivo, un filo conduttore, una voglia di giocare ma con più consapevolezza ed è facile che stavolta vi innamorerete di questo modo di rielaborare l’epopea musicale moderna attraverso maschere ed occhiali 3d.

Voto: 8

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