Converge `You Fail Me´

(Epitaph 2004)

A distanza di due anni ecco ricomparire il sound visionario dei Converge: 4 ragazzi di Boston che dal 1991, anno in cui si sono formati, hanno ridisegnato radicalmente gli schemi dell’hard-core. Nate Newton, Ben Koller, Kurt Ballou e Jacob Bannon, leader carismatico della band, in “You Fail Me” segnano un passo importante nello loro carriera, un passo in avanti scandito dal supporto produttivo della Epitaph che, resasi conto del successo riscontrato dal gruppo presso i circuiti underground, li ha lanciati nel più vasto panorama indie internazionale. La miscela iconoclasta di noise e hc iper-velocizzato è la medesima del precedente album “Jane Doe” (disco dedicato da Bannon alla figura di Jane Doe, prostituta e attivista che, negli anni 50, mise in piedi una battaglia contro gli abusi di potere della polizia di Toronto), e a rendere ancora più libero l’abbandono, dentro al frastuono metallico della band, vi sono dei piccoli sviamenti: dialoghi con altre materie sonore, riconoscibili nell’apocalittico giro folk di In Her Shadow (ballata dove trasuda un’attitudine dark vicina alle atmosfere oniriche dei gruppi avant-folk contemporanei) e nei numerosi riferimenti al noise newyorkese di Unsane e Helmet. Anche i pezzi acquistano una maggiore lunghezza, con il tempo che si dilata al massimo nelle iniziali First Light e Last Light. La slide malinconica e sognante di Ballou apre alla possente cavalcata seguente, a tratti ‘epica’, dove la voce di Bannon, in bella vista, prima aziona un cantato moderato e poi si ‘strazia’ al massimo, proponendo uno screaming dalle altissime tonalità. Da qui in poi si ricade nella radicale estroversione, devastante e tesa, insita nell’ossatura dei Converge: l’old-school maligno di Black Could, il citazionismo metal di Drop Out (con un ‘palese’ solo di chitarra in bella mostra nell’apocalittico caos imperante), l’hc ossessivo nel cuore di Hope Street e Heartless, il sapore industrial(eggiante) della title-track, la frustrazione noise che scandisce Death King e lo speed-sludge tellurico di In Her Blood
Atmosfere paranoiche, riff dettati con precisione e urli viscerali che squarciano l’ambiente circostante: il piglio brutale con cui prediligono presentarsi i Converge si contrappone ad, o meglio svela, una passione per l’amore come argomento guida nell’elaborazione dei testi, ma svela anche un malessere nei confronti della realtà sociale circostante (gli States), un disagio spesso avvertito dal pianeta HC e denunciato in testi allegorici che narrano il “buio della mente” dei tempi (ri)correnti.
“You Fail Me” è un disco che nasce dalla frustrazione generata dalla modernità e i Converge, insieme alla new school brasiliana (Point Of No Return, Children Of Gaia, Confronto), sono uno dei perni fondamentali di questa nuova corrente hc-noise che, con orgoglio, riprende gli insegnamenti di Ian MacKaye e dei suoi Minor Threat.

Voto: 8

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