Flössin ‘Lead Singer’

(Ache Records 2004)

Questo ‘Lead Singer’ rischia di provocarmi un gran bel mal di testa.
Christopher Willits, Zach Hill (Hella) e Miguel Depedro (Kid 606)
allestiscono un bel minestrone sonoro che fra strappi al limite del free,
embolie di matrice rock sfatto e più impronunciabili ed assortite
forme varie di quasi cacophonia ridanciana realizzano senza volerlo uno
dei migliori prodotti di matrice altra degli ultimi tempi.
Di frammenti sfiniti l’opera è pervasa eppure, eppure; eppure….
Calcio nelle palle molto gradevole e convincente che a prima vista sembra opera
di un manipolo di malati di mente a cui siano stati messi degli strumenti in mano
ma sotto sotto, ascolto dopo ascolto; ti rendi conto che di realmente casuale
vi è ben poco.
Nel terzo pezzo sembra d’intravedere una flebile forma di prossima parentela con
le divinità This Heat ed è poi in quella direzione che il
linguaggio del gruppo pare volersi muovere.
Lo stacco fra il terzo ed il quarto pezzo (senza nome come tutti gli altri) è
realmente fulminante, non si fatica ad immaginare la voce di Robert Wyatt a
solcare queste note come nei dimenticati New From Babel e fra scatti nervosi
e strappi ritmici proprio verso quelle lande ci si dirige piuttosto che in direzione
di un combo di universitari annoiati dalla troppa birra.
E chi se l’aspettava una cosa del genere?
I nomi coinvolti nell’operazione non è che siano proprio delle personcine
musicalmente a modino eppure, sotto tutta la serie di armonie disastrose
che ci propinano si intravede una sensibilità ed una ricerca che strabilia
per la maestria con cui certe soluzioni vengono piegate ai propri voleri.
Di idm o peggio ancora di gabber neanche l’ombra da queste parti,
soltanto due chitarre in feedback quasi perenne, tastiere disastrate; un drumming
libero e torrenziale ed una visione d’insieme da moderno ed alterato trio jazz.
Prossimo per passaggi lancinanti a paturnie di marca Skullflower
ma con quel minimo di spazzatura digitale che lo rende ancor più out.
Di calcolato e ragionato c’è veramente poco; tutto molto caldo ed umorale.
E dopo questo cosa ci riserva il futuro?
Flippati e coinvolgenti.

Voto: 7

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