Mumbo Jumbo

“MUMBO JUMBO”

autore: Jim Staley

etichetta: Rift Records

anno di pubblicazione: 1987

con: Jim Staley, Wayne Horvitz, Elliott Sharp, Shelley Hirsch, Samm Bennett, Bill Frisell, Ikue Mori, Fred Frith, John Zorn.

Il coinvolgimento di buona parte della scena ‘downtown’ newyorchese, con infiltrazioni dalla no wave e dal jazz-rock-prog inglese, innalza questo disco a documento ufficiale di uno degli ambienti più creativi degli anni Ottanta. Gli umori raccolti sono gli stessi che serpeggiano negli altrettanto splendidi “Locus Solus” di John Zorn e “The Blends” dei Third Person: nessun gruppo (pre)definito, e nessuna sclerotizzazione, ma formazioni variabili intorno a un perno fisso che può essere incarnato dal guru ebreo come dalla coppia Tom Cora / Samm Bennett. Nell’occasione il fulcro – attorno a cui ruotano quattro coppie così costituite: Frisell / Mori, Zorn / Frith, Bennett / Hirsch e Sharp / Horvitz – è costituito dal trombonista Jim Staley. Le sezioni più audaci sono quelle con Sharp e Horvitz, dove l’intreccio armonico varia dalla dilatazione spaziale al monocromatismo funky-wave. Ikue Mori manda i primi segnali sul suo modo di impiegare le drum machine, con situazioni definibili come pre-drum’n’bass, in un fascio che comprende anche l’astro nascente Bill Frisell. Per uno Staley, che tende a umanizzare il suono accollandosi così la pesante eredità di ‘Tricky Sam’ Nanton e Roswell Rudd, c’è una Shelley Hirsch che fa della propria voce strumento ritmico e solista, quando non è staffetta di spiritosi idiomi immaginari, e che trova in Bennett un pard pressoché perfetto. Resta da dire di Frith, sempre ottimo seppur troppo serioso, e di uno Zorn già incastrato nelle orme di Ornette Coleman. Purtroppo nella ristampa in CD del 1993 (su Einstein Records) non è stato incluso tutto il materiale presente nel doppio ellepì originale. In pratica ci sono sette brani in meno per complessivi 19 minuti di musica. Un vero peccato.