CampagVelocet

Ladri Di Biciclette

Titolari di uno dei debutti più entusiasmanti usciti dalla Perfida Albione negli ultimi anni, quel Bon Chic Bon Genre (PIAS, 1999) che riusciva nella titanica impresa di mescolare hip hop, techno, Stone Roses, Psychedelic Furs e PIL; i Campag Velocet hanno immediatamente fatto perdere le loro tracce, tanto che la stessa esistenza in vita del combo pareva dubbiosa. Oggi, dopo aver risolto alcune vicissitudini contrattuali, circondati dal solito alone di mistero e dalle usuali scarse notizie, sono pronti per il grande (?) ritorno, accompagnati da un singolo (Vindictive Disco), da un side project simil-techno (Who Are The Trumpin’ Men sotto sigla Two Cities Vs TTM) e da un album ancora senza titolo per – sembra – la combattiva Pointy Records. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Pete Voss, funambolico vocalist, senza dubbio uomo di poche parole seppur dalla lingua acuminata. Consiglierei di attendere il disco. Credo ne valga la pena.

 

 

  

M: Allora, cos’è successo dopo Bon Chic Bon Genre? Sembravate pronti per la grande esplosione, invece siete improvvisamente spariti…Siete ancora vivi e vegeti?

P: Abbiamo abbandonato la nostra etichetta, la PIAS, di comune accordo. Il nostro secondo album è pronto, e dovrebbe vedere la luce entro la prima metà del 2003. Si, siamo, vivi, vegeti, e pronti a spaccare. Aspettate.

 

M: Per favore Pete, puoi raccontare qualcosa riguardo la band ai nostri lettori? Come vi siete incontrati? Avete avuto altre esperienze musicali nel passato?

P: Conosco Ian Cater (AKA Arge, il chitarrista dei Campag) dal 1986. Ci siamo incontrati a Portsmouth, in coda per il concerto dei Beastie Boys al Brighton Centre (era il Licensed To Ill tour). Poi ho incontrato Barney nel 1990, in un club chiamato Tongue Kungfu, era completamente fuso. Infine, dopo aver provato sei batteristi diversi, Lascelles ci ha raggiunti, lo conoscevamo da tempo in quanto frequentavamo gli stessi club.

  

M: BCBG sembrava disco estremamente interessato agli esperimenti linguistici di Burgess; ne sei un ammiratore?

P: No, solo una traccia ha quelle coordinate (Drencrom Velocet Synthemesc); adoro il film e il libro (L’Arancia Meccanica), ma finisce tutto lì.

 

M: La stessa cosa si avverte nella vostra miscela musicale. Il Campag Sound è estremamente diversificato e riesce a mixare un sacco di influenze, c’è dell’hip hop, del punk, electro, ambient. Con cosa siete cresciuti per avere uno spettro d’azione così ampio? Qual è stata la colonna sonora della vostra adolescenza?

P: Qualche nome? Sex Pistols, PIL, electro, DMX, Schoolly D, Big Daddy Kane (un grande!), Run DMC, Acid House e un sacco di altre cose…

 

M: Pete, sei anche un superbo DJ; Ti ho visto mescere dischi un paio d’anni fa all’Annexe Club a Londra; è stato selvaggio ed eccitante…riuscivi a passare con naturalità e in battuta dai Manics ai Wire, dai Ramones alle L7 ai Dead Or Alive. Mani e orecchie a 360°, sembra. Forse una nuova prospettiva di carriera ti si apre?

P: Mi piace suonare della buona musica nei club; mi tiene occupato e fuori dai guai. E poi ci sono una quantità di bevande gratis alle quali puoi accedere. Comunque la gente che mi richiede la musica degli anni 80 non ha nulla a che vedere con il rock…

 

M: Ti aspetti che il NME massacri il nuovo album in quanto non rientrate più nella categoria delle band alla moda, come di solito accade?

P: Spero che il NME capisca che razza di album abbiamo realizzato. Non siamo mai stati trendy e pronti al lancio.

 

M: Cosa ne pensi allora della stampa in generale, e di quella inglese in particolare?

P: Alla stampa inglese piacciono Coldplay e Starsailor.

 

M: Qualche anticipo sul nuovo album? Chessò, qualcosa sul nuovo singolo, sulla lavorazione, sugli eventuali remix approntati. Si dice sia estremamente influenzato dall’elettronica.

P: non mi va di parlarne (!! ndr), ci sono troppi ladri lì fuori…

 

M: Ci sarà un tour per promuovere questo misterioso nuovo lavoro? Avete già fissato qualche data, magari in Italia?

P: Stiamo pianificando il tutto in questi giorni, ci piacerebbe venire a suonare in Italia.

 

M: Posso farti una domande stupida? E’ pura curiosità. C’è qualche band che attualmente rispetti o senti affine allo spirito Campag Velocet?

P: Black Rebel Motorcycle Club, Eighties Matchbox B-Line Disaster e la nuova band di Neil Haggerty, i Weird War.

 

M: per finire, vuoi spiegare il perché della scelta di un nome come Campag Velocet? Un omaggio alle due ruote della Campagnolo? La superba grafica di BCBG suggerirebbe così…

P: Sono sempre stato un ciclista nella mia vita, sono cresciuto circondato dalle biciclette e le Campagnolo sono le più rock!

 

Spero non foriate. B(u)ON(a) fortuna.

 

 

Michele Benetello