A.a.V.v. Tora! Tora!


(Mescal / Sony Music 2003)

Terza edizione del festival rock italiano, documentato anzi, rappresentato, visto che non si tratta di un live ma di versioni originali, da questo doppio cd. Il festival nasce da una idea di Manuel Agnelli degli Afterhours, che prendendo spunto dal carattere itinerante del Lollapalooza americano, ha messo in piedi un carrozzone su cui sono saliti ben 51(!) gruppi che si sono esibiti distribuendosi sulle otto tappe previste dalla tournée. il tutto, è bene sottolinearlo, si è svolto in maniera del tutto gratuita per il pubblico.
L’iniziativa di Agnelli (curatore del Tora!Tora!), supportata nella parte tecnica dalla Mescal di Valerio Soave, è a dir poco lodevole, oltre che intelligente, perché s’impegna a far fronte all’esigenza di festival (e manifestazioni musicali in genere) in un paese carente come il nostro, e allo stesso tempo tende a valorizzare e far emergere le band nostrane; nodo fondamentale quest’ultimo perché si creino un fermento e una scena più concreti nell’ambito del rock italico.
Nel cd sfilano ben 39 gruppi per altrettante canzoni, che dipingono il variegato panorama nazionale: l’effetto iniziale, scorrendo i titoli, è quello di una San Remo alternativa, ma neanche troppo poi, visto che compaiono anche Elisa(!) e Tiromancino. Fortunatamente la lista si apre anche in direzione opposta comprendendo promesse dell’indie-rock per lo più sconosciute al grande pubblico (Yuppie Flu, One Dimensional Man, Elle, Mice Vice). Oltre agli abituali protagonisti, le cosiddette “teste di serie” (Afterhours, Subsonica, La Crus, Marlene Kuntz), compare una miriade di nomi sotto il segno della diversità dei generi: si va quindi da cantautori riflessivi (Cesare Basile, Marco Parente) a quelli dal passo sghembo (Bugo, Good Morning Boy), passando per giovani post-rockers (Giardini di Mirò, Bartok), sound system vari (Africa Unite, Sud Sound System, 24 Grana), ska-punks assortiti (Meganoidi, Punkreas, Shandon), e combat folk all’italiana (Modena City Ramblers, Bandabardò, Casa del Vento). Il pregio o il difetto (a seconda dei casi) del cd è la grande varietà dei suoni delle band coinvolte, molto distanti tra loro, che difficilmente possono piacere in toto anche all’ascoltatore più onnivoro. Ma del resto come dice persino il curatore del festival: “nel cartellone entrano i gruppi che mi sembrano idonei per spirito e rappresentativi di qualcosa; non mi devono necessariamente piacere…”. Capito? Voglia di stare insieme e spazio a tutti! Arrivederci all’edizione del 2004.

p.s. il cd doppio è venduto al prezzo di uno!

Voto: 7

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