Pish In Your Sleazebag

“PISH IN YOUR SLEAZEBAG”

autore: Stretchheads

etichetta: Blast First

anno di pubblicazione: 1991

con: Mac, Richie, Andy, P6.

Probabilmente gli Stretchheads, registrando questo disco, si sono divertiti un mondo… il fatto è che divertono pure noi. In che modo definire questo effimero gruppo scozzese se non come una specie di incrocio fra Big Black e Butthole Surfers: più elastici e folli dei primi e più matematici dei secondi, meno squadrati dei primi e meno tradizionalisti dei secondi. Descritti così, potreste pensare a Pish In Your Sleazebag come a un disco abbastanza compatto e monolitico. Nulla di più falso e i quindici brani sono come altrettante piccole scatole ricche di sorprese, piacevoli, inattese e anche sconcertanti. I continui stop and go – quasi a volersi scrollare di dosso la polvere dell’abitudine prima ancora che si sia posata, l’anomalia delle strutture – genuinamente no-form, una tromba che a volte appare dal nulla – fantasma di vecchi sogni, le voci dissolute – manifestazione di incipiente follia, gli attacchi epici – forse intesi a rassicurare sulla loro assoluta serietà, la passione isterica che domina ogni spigolo, ogni curva, ogni accelerazione, ogni break, ogni sofisma di questa incredibile avventura… e poi una spastica metastasi zappiana come A Freakout, il presunto tribalismo selvaggio di Trippy Deadzone (reso ancor meno credibile dai bongos di Ognob)… e titoli come Incontinent Of Sex, Housewife Up Yer Fuckin Arse Music, Machine In Deli (Gary Newman’s Round The World Trip), Mao Tse Tungs Meat Challenge… Oddio, c’è da perdere il lume della ragione, e la via di casa, a seguire questo miraggio di libertà talmente schietto da bruciare nello spazio di due LP e un singolo – oltre all’inclusione di diritto nella Pathological Compilation. Oppure si tratta di una chimera nata e morta nei vortici di Acid Sweeney?