Alessandro Bosetti & Annette Krebs ‘Bosetti / Krebs’

(Grob 2003)

Sarà merito della splendida confezione, un digipack a tre pagine che crea sin dai preliminari una buona predisposizione d’animo, ma l’ascolto di questo CD è riuscito ad emozionarmi, nonostante ne conoscessi già il contenuto, com’era raramente successo in tempi recenti. Da oltre un anno ne aspettavo con impazienza la pubblicazione e, adesso che “Bosetti / Krebs” è oggetto tangibile fra le mie dita, tale smania si ripropone a riguardo dell’accoglienza che gli sarà riservata dagli appassionati delle nuove forme improvvisate. È ormai una consuetudine, che si rifà al buon costume in voga negli anni ’70, vedere i musicisti improvvisatori convergere per dare vita a soluzioni inedite che sulla carta sono quasi sempre stimolanti. Purtroppo i risultati di questi incontri estemporanei soffrono a volte l’handicap di un mancato intendimento fra i protagonisti. Al pari dei rapporti sociali, seppur sembri assurdo, più alto è il numero degli individui coinvolti e maggiori sono le possibilità di un buon amalgama collettivo, quindi quella di coppia è la condizione che presenta il più alto rischio di non riuscita. Funziona un po’ come in un puzzle: più pezzi vengono sorteggiati dalla scatola e più facile è avere una composizione parziale che sia accettabile mentre la scelta casuale di due soli pezzi difficilmente offre un riscontro, se non quando questi due elementi fortuitamente combaciano. Per chi mi ha seguito fin qui, in questo labirinto di teorizzazioni semi-assurde, è giunto il momento di svelare che quella fra Bosetti e la Krebs è il tipo di combinazione, musicalmente parlando, che combacia alla perfezione, di conseguenza il frutto nato dal loro incontro è qualcosa di veramente unico e sbalorditivo. Ma chi sono i due protagonisti?
Alessandro Bosetti, già noto agli appassionati che seguono la sperimentazione made in italy per i suoi progetti solisti a nome Melgun, è un sassofonista soprano cresciuto nella venerazione di Steve Lacy, a partire dalla quale ha mosso i primi passi alla ricerca di un proprio linguaggio. Tale percorso lo ha portato, dopo svariate esperienze, alla violazione dei limiti anatomici, sia intrinseci che estrinseci, imposti al suo strumento dalle convenzioni, dalla tradizione e dalla struttura dello stesso. Di suo, oltre a questo CD, sono stati recentemente pubblicati anche “Charlemagne, la vue attachée sur son lac de Costance, amoureux de l’âbime cachè” (su Bowindo) e una splendida confezione artigianale che, in 4 CD-R a 3″, presenta i più interessanti sassofonisti / clarinettisti attivi nella piazza berlinese (dove anche Bosetti si è, da qualche tempo, trasferito). Voglio ricordare anche l’interessante, seppur discontinuo, sodalizio con quell’altro geniaccio che è Renato Rinaldi e il ruolo, fondamentale, da lui avuto nella crescita della nuova musica improvvisata italiana.
Anche la Krebs è una musicista intenta a superare i limiti imposti dal/al suo strumento, nella fattispecie la chitarra, e in questo tentativo adotta quale campo base il lavoro di preparazione fatto da Keith Rowe. Salita alla ribalta attraverso la valida collaborazione con Taku Sugimoto ha pubblicato, in seguito, altri ottimi dischi sia in solitudine, su Fringes e A Bruit Secret, che in compagnia di altri musicisti, fra questi ultimi c’è l’eccezionale “Rotophormen” in duo con la pianista Andrea Neumann. Proprio con “Rotophormen” è possibile tracciare un paragone a proposito di questo nuovo connubio, in quanto la Krebs sembra trovare nel duo con Bosetti gli stessi stimoli sollecitati dall’incontro con la Neumann …e viceversa. L’amalgama che ne esce fuori è così uniforme da far pensare al disco come al parto di un’unica mente. In realtà, in un singolo delizioso dove si divertivano a suonare soltanto della carta, avevamo già avuto un saggio della splendida coesione fra i due (ma entrambi sono presenti anche nel collettivo, tutto berlinese, Phosphor).
Alessandro Bosetti e Annette Krebs, chi erano costoro? …e se fra cinque anni fosse questa la domanda, come avviene per le centinaia di nomi nuovi sul cui talento vengono quotidianamente spese parole di troppo. Beh, direi proprio che il problema non sussiste perché, vada come vada, questo è un disco che non si dimentica facilmente. (no ©)

Voto: 9

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Autore: sos.pesa@tin.it