Kraftwerk – Tour de France Soundtracks

(EMI-2003)

Tralasciamo la solita e noiosa presentazione di rito, abbastanza superflua per uno dei gruppi influenti nella storia del pop tanto che si potrebbero tranquillamente definire “i Beatles dell’elettronica”, e passiamo all’analisi di Tour de France Soundtracks.
12 tracce sontuose, brillanti, fredde ma avvolgenti, liriche amorfe nei contenuti e impastate nei vokoder sintetizzati, suoni elettricamente spaziali e maniacalmente curati e tutto perfettamente incastrato senza sbavature.
Una struttura dei pezzi ossessiva, atta a ripercorrere quello che Autobahn (1974) e Trans Europe Express (1977) avevano caratterizzato: il viaggiare.
Oggi non sono le automobili nè i treni ad essere oggetto delle melodie del gruppo di Düsseldorf, ma le biciclette, il battito del cuore, la fatica, il tempo del cronometro…
Precisiamo che l’idea di fondo non è nuova, già nell’83 uscì un singolo intitolato Tour de France che doveva essere l’introduzione al seguito di Computer World (1981), Technopop ma non vide mai la luce. Inoltre è risaputa la passione ciclistica di Hutter, una delle menti insieme a Schneider.
Tanto basta per confermare che i Kraftwerk non sono cambiati di una virgola in oltre 30’anni di carriera. E qui salta fuori il loro vero limite, ma anche la loro innata sapienza: non assomigliano ad altri che a loro stessi. Sono classici e non invecchieranno mai, saranno spunto per il futuro e l’inutile proliferare di nuovi imitatori che non suoneranno mai come loro, così al di là dei tempi e delle mode.
Ralph, Florian, Fritz e Henning hanno confezionato negli oramai leggendari Kling Klang Studios il capolavoro elettronico senza possibilià di replica.
Il trepidante esercito di discepoli e cultori del genere che attendevano da quasi vent’anni il loro ritorno, non rimarranno delusi, mentre inevitabilmente i loro detrattori continueranno a restare tali.
Di certo nessuno si aspetterà una rivoluzione come fecero negli anni ’70, ma è bene tenere presente che i Kraftwerk sono ancora molto avanti nelle idee e nella proposte di sonorità analogiche dove la maggior parte della gente di oggi che ascolta la musica non riuscirà ad apprezzarne la profondità e la maestria nel suo utilizzo.
Quindi rimarranno incompresi o inarrivabili.
Signori, inchiniamoci per l’ennesima volta!

Voto: 10

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Autore: eldox1@yahoo.com