Tottemo Godzilla Riders

Leggeri pensieri godzilliani in quest’imminente clima primaverile.

 

Dal casertano arriva Nicola Mazzocca, dal leggiadro tepore di questi giorni giungono queste sue riflessioni…facile (no?)…intuire che danzino intorno la musica, la sua (quella dei Tottemo insieme a Tae e con altri amici nei Klippa Kloppa), quella annusata attualmente, quella scorazzata, anonimamente (…furtivamente), per diversi anni nel nostro paese…Italia. Si sente una voce –non delatrice- curiosa di avvicinarsi con lo stesso entusiasmo esplorativo alla nuova musica (ricordo in una conversazione passata il suo flirt saldo con l’astrattismo minimale di Morton Feldmanda ascoltare in certosina solitudine nella propia cameretta), quanto a melodie sprigionatrici di pop, per articolare i propri sensi verso le due facce –meditazione e incanto- avvolte in una colonna sonora…magari autografata Joe Hisaishi.

Sul suonare musica:

Suonare musica e’ per noi (mi permetto di parlare anche per Tae, mia partner nei Tottemo Godzilla Riders, la nostra visione e’ sostanzialmente la stessa) prevalentemente un gioco. Un gioco sempre nuovo, sfrenato e divertentissimo, ma anche molto impegnativo, nel quale vincere (essere completamente soddisfatti del proprio lavoro) non e’ facile. Noi ci mettiamo la massima cura e il massimo impegno, non tanto dal punto di vista tecnico, quanto da quello emotivo e di onesta’ intellettuale, non ci facciamo insomma mai il problema se una cosa piacera’ o non piacera’, cerchiamo di essere coerenti con noi stessi e di trasmettere, tramite la musica, le emozioni che abbiamo provato quando l’abbiamo composta e suonata, per quello che possiamo (spesso ci sentiamo felici e malinconici allo stesso tempo, se dal disco traspare questo: abbiamo raggiunto il nostro scopo…)

 Sull’ascoltare musica:

Cio’che cerco di regalare a chi ascolta i nostri dischi, mi aspetto naturalmente di ricevere quando ascolto musica.

Sono praticamente onnivoro, ascolto veramente di tutto, tranne forse l’heavy metal. Amo, pero’,  particolarmente ascoltare colonne musicali di film, i miei autori preferiti sono Morricone, Hisaishi, Bernard Herrmann, Danny Elfman, le nostre vecchie glorie italiane Umiliani, Piccioni e compagnia cantante, Toru Takemitsu e alcune cose di Ryuichi Sakamoto. Odio i virtuosi senz’anima e adoro quelli che non son capaci, ma ci provano, quelli a cui piace scrivere belle canzoni per il puro gusto di farlo, di riascoltarsi e dire “cacchio, pero’!”. Mi piacce anche la musica degli intellettuali ‘very intellectual’, tipo Zorn e affiliati, le canzoni e le musichette che fanno ridere, quelle dei cartoni animati. Mi piace ascoltare i suoni della natura, i versi degli animali e in particolare il rumore dell’acqua mi rilassa moltissimo.

Sulle arti:

Tutte le arti esercitano un gran fascino su di me, in particolare: naturalmente la musica, il cinema e la letteratura. Gli artisti che preferisco in assoluto sono quelli che mi danno l’idea di persone mosse da un incontrollabile impeto creativo (Truffaut, Bunuel, Stevenson), quelli nelle opere dei quali sento una passione fortissima per il proprio lavoro e per la vita in generale (ancora Truffaut, Hitchcock, Yukio Mishima), quelli che hanno ossessioni ricorrenti delle quali sembra non riescano a liberarsi, e che forse usano l’arte come una specie di catarsi (ancora Truffaut, Lynch, Takeshi Kitano e Nagisa Oshima, Hayao Miyazaki, Banana Yoshimoto – che nella apparente calma e tranquillita’ dei suoi scritti rivela a mio giudizio una delle personalita’ piu’ tormentate degli ultimi anni-, Claude Chabrol e Pasolini). Sono ugualmente affascinato dalla perfezione tecnica in tutte le arti, i megagalattici e superprodotti filmoni hollywoodiani, quei quadri che mi sembrano fotografie, quei libri che sono cosi’ perfetti che sembrano essere stati scritti e riscritti milioni di volte…l’unica arte in cui la perfezione tecnica mi affascina meno e’ proprio la musica.

Sullo stato delle cose attuali in Italia:

In Italia….della situazione politica preferirei non parlare…rimango quindi sull’argomento musica. L’Italia a mio modestissimo parere non ha mai avuto e continua a non avere nulla da invidiare a nessun altro paese al mondo per quanto concerne la (produzione) musica. Abbiamo dato i natali a grandissimi compositori di classica e classica contemporanea, fra i migliori del mondo; ogni regione italiana ha una meravigliosa tradizione di musica popolare, con canzoni che nella versione originale, per testi, melodie e arrangiamenti (mi riferisco nello specifico alla zona del napoletano in cui vivo e che conosco meglio) sono piu’ all’avanguardia di tanta avanguardia di oggi. Piacciano o no, abbiamo sfornato centinaia e centinaia di strepitose canzoni pop, da Villa a Celentano, da Mina a Mia Martini, fino alle moderne, stilose e gommose produzioni del pop di oggi che faranno schifo a tanti, ma che io ascolto comunque con piacere. Il positivo scenario che ho fin qui delineato, purtroppo si fa piu’ fosco quando penso alla musica indie-pendente o quasi indie-pendente italiana di oggi. Non vorrei passare per snob, cosa che non sono, ma non voglio neanche essere ipocrita e dire come tanti che abbiamo milioni di bravi musicisti che non vengono valorizzati etc etc. Della roba indie italiana che ascolto mi piace si e no il 20%, la maggior parte della quale neanche la compro, la recupero tramite scambi con persone che contatto personalmente (e che fanno le cose come me per il puro piacere di divertirsi, per la voglia di creare qualcosa, piu’ contenti di ricevere un parere positivo sulla propria musica che di venderla), oppure le trovo sul web scaricabili gratuitamente (abbiamo ottime net-label o cd-r label, gestite da gente davvero in gamba). Ci sono naturalmente (poche) etichette che, per attitudine e per musica prodotta, apprezzo, “Snowdonia” (come non potrei….eheh), la “Wallace” di Mirko Spino, “Bar La Muerte” di Bruno Dorella, e tra le piccole-piccole-piccole mi vengono in mente “Marsiglia Records”, “Under My Bed”, La “Hoboken…

Insomma, piu’ piccoline e sfigate sono, piu’ mi piacciono, ma non perche’ sono piccoline o sfigate, effettivamente la loro musica e’ quella che preferisco, e se producessero la stessa musica ma fossero grandi e ‘in’, mi piacerebbero lo stesso. Non mi piace invece principalmente chi e’ presuntuoso e chi ricalca modelli o percorre strade gia’ fin troppo battute (e qui permettimi di non fare nomi, non mi voglio inimicare nessuno).

 

Sergio Eletto