AA.VV. ‘Delay Makes Me Nervous’

Sembra proprio sia l’Austria il paese la cui scena sperimentale, improv e non, dimostri maggior ispirazione creativa. Sarà forse perché vi sono nati e vissuti diversi compositori che hanno contribuito alla nascita della dodecafonia o per il clima rigido e quindi poco incline alla solarità. Sinceramente non so… e credo che poco importi. Dunque, proprio a breve distanza dalle uscite di Disordered System (Barbara Romen, Gunter Schneider) e Polwechsel 3, la “Karate-Joe” coglie l’occasione al volo e decide di produrre una compilation.
“Delay Makes Me Nervous” prende vita da una serie di contributi offerti da diversi componenti, tutti più o meno ‘poco famosi’, dell’Istituto di Studi Elettroacustici di Vienna. A giudicare dal luogo di provenienza potrebbe essere facile pensare a musicisti dal piglio colto e saccente, ma così, per nostra fortuna non è; in “Delay… ” compaiono persino stralci di musica electro, nel senso, diciamo, più ‘volgare’ del termine.
Ad aprire le danze è Florian Bogner che in Umgebung sembra coniugare il montaggio compositivo caro al vecchio Bernard Parmeggiani con scherzi e svisatine digitali risalenti ai primi Oval. Lo stesso discorso, con l’aggiunta di piccoli tagli di musica concreta (suoni di campagna, cicale, tagliaerba e/o non so che cosa) sembra attrarre anche Srob con la breve Kwatsh. Ah la natura ispiratrice! Oliver Grimm in Driveby attraverso l’uso di field recording ricava un lungo ed etereo fruscio atmosferico di tonalità invariante per tutta la durata della traccia. Forse poco originale, dato che operazioni simili vengono pubblicate in continuazione, a volte fino a soffocarci. Anche Thermodynamic Superstar & His Gardeners(ragazzi che nome!) in Playing: bluter 1 (My God Is A Drummer) e Oliver Maklott con Blubberwap più che incuriosire e cullare il nostro apparato uditivo, lo infastidiscono del tutto grazie alle frequenze altamente urticanti che violentano interamente i due pezzi. La gutturalità che trasuda dal duetto vocale di Deka Dent di Gilbert Handler, può far pensare a qualche opera partorita dall’impervio Stockhausen. Nel volgere al termine, la musica sembra subire una metamorfosi e acquisire toni dance . Electro ‘Made in Berlin’ in Zero Generalizability composta da VienWix , house intermittente, sottili battiti funky e leggeri rumorismi in Zwingen Und Zwingen di Jakob Polacsek, estetica vouyer tutta francese in Vous Etes Belle di Handler. In conclusione, se nelle altre uscite la poliedricità giocava a favore e aiutava a non stancare l’ascoltatore, in Delay Makes Me Nervous si rivela invece leggermente d’intralcio. A volte essere più ‘inquadrati’ potrebbe non essere una cattiva idea.

Voto: 7

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