(Amanita 2002)
Pochissime, quasi nulle, le informazioni in mio possesso sui Cafè Teatro. Posso solo comunicarvi che la band proviene da Zaraust, cittadina appartenente alla provincia Basca. Formazione più che convenzionale: chitarra, basso, batteria e fugaci presenze della tromba, i Cafe Teatro escono con quest’album, prodotto interamente dalla francese”Amanita”, che rappresenta il loro primo importante debutto sulla scena internazionale. Dopo un breve ascolto viene subito da pensare al classico gruppo di matrice post rock e per giunta a sonorità molto simili a quelle del disco che permise ai Tortoise di affermarsi in pieno come band di punta nel settore: Tnt. Troppi punti in comune: il jazz in salsa elettrica, le chitarre suadenti e minimali, la tromba rilassata alla Chet Baker. Sinceramente troppo. Detto questo, direi che l’acquisto non è un obbligo, dato che progetti simili escono in continuazione ed è facile restare con l’imbarazzo della scelta, per non dire con la nausea. Comunque niente da dire sulla qualità, quasi sempre più che discreta. Difatti se un pregio non va tolto a questa band è proprio la sincera genuinità che traspira dalla loro musica. Diviso in nove tracce, tutto è assemblato e proposto come fosse un’unica suite con tanto di crescendo. Nostalgica l’apertura in stile morriconiano ( “Per un pugno di dollari”) di I, una chitarra quasi sfiorata insieme ad una tromba che sembra essere suonata da Rob Mazurek fa di Abuela Josefina il pezzo in cui i baschi mostrano il proprio personale modo d’intendere la musica nera. Alla fine decidete voi, siete voi i principali ed ‘unici’ critici. Certamente musica non nuova ma suonata bene.
Una nota: nel prossimo disco farebbe piacere avere qualche nota informativa in più. L’anonimato a volte aiuta ma……
Voto: 7
Link correlati:amanitarecords.com