Hank Williams III ‘Lovesick broke and driftin’

Qualcuno afferma che all’interno della Country-music ci sia racchiusa l’essenza del Rock and Roll. Certo se si pensa che la musica country (soprattutto un buon tre quarti di quella che si produce a Nashville) rappresenta un mondo chiuso, conservatore e moralistico, viene da pensare che niente sia più falso e sbagliato; ma se però ci si riferisce ad un personaggio in particolare, e se questo personaggio è Hank Williams III penso proprio che questo qualcuno abbia ragione. Hank III è il nipote di Hank Williams Sr, il padre della musica country, colui che ha dato il via negli atteggiamenti e nel modo di vivere e di morire ad una filosofia tutta rock che noi ben conosciamo. Questo “Lovesick Broke&Driftin’ “ è il suo secondo album e a cominciare dalla copertina è un vero e proprio tuffo al cuore, e infatti questa immagine di west crepuscolare potrebbe benissimo essere la premessa della musica o meglio del sound che ci aspettiamo: un country che finalmente recupera quello che è o quello che realmente dovrebbe essere, e cioè folk music allo stato puro, musica popolare vera, sincera, ma soprattutto finalmente priva di quei falsi orpelli e stucchevolezze che purtroppo l’hanno relegata in un piccolo universo per vecchi tromboni fascistoidi. Boccata d’aria fresca dicevo, pochi strumenti, honky tonk a mille all’ora come nell’iniziale 7 Months, 39 Days oppure accenni jodel nella splendida One Horse Town con tanto di steel-guitar super protagonista, o southern-rock in Trashville che merita un discorso a parte: infatti è bene sottolineare che se vi sembra di stare ascoltando gli ZZ Top periodo “Tres Hombres”, l’assolo di chitarra è proprio di Billy Gibbons, e questo è quello che si dice Rock’n Country, serva da esempio. Niente è fuori posto, tutto il disco profuma di spontaneità e immediatezza, Hank III ci ha messo veramente il cuore nel regalarci questo gioiellino incontaminato. Ah dimenticavo: c’è anche una rilettura country di Atlantic City di Springsteen che potrebbe essere l’ideale colonna sonora al “Furore” di Steinbeck. Da inserire nella lista delle migliori cover di sempre. Se RL Burnside ha rivitalizzato il blues, Hank Williams III ha resuscitato il country, finalmente. Hank Williams Sr da qualche parte se la ride di gusto. Cinque stelle alla grande.

Voto: 10

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Autore: letitrock@tiscali.it