Eric Chenaux ‘Slowly Paradise’

(Constellation Records 2018)

Il lavoro di Eric Chenaux risponde con chitarra, voce ed elettronica a un interrogativo particolarmente impegnativo: che cosa vuol dire essere un songwriter nel XXI secolo? Le sei tracce si impegnano in un esperimento non banale di decostruzione della forma canzone sorretto da una apparentemente stridente (ma in realtà appropriatissima) vocalità calda e tonda, confidenziale, che mostra come lirismo e ricerca, intimità e apertura psichedelica al cosmo dei suoni, possano perfettamente convivere. Il bending della chitarra acustica, presente in molti brani quasi come una firma, determina uno stile chitarristico mosso e vibrante, che pur non congedando i riferimenti tonali ne determina una parziale liquefazione e deformazione. In questo panorama delicato e rarefatto l’unico pericolo è che l’uniformità di ispirazione porti con sé una certa monotonia. Ma è il prezzo da pagare a fronte dell’emersione di uno stile compiuto e originale.

Voto: 8

Stefano Oliva

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