Hugo Race Live

Solo Tour @ Teatro Leopardi, San Ginesio (MC) 14/11/2014Di Rachele Paganelli
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Hugo Race: quello dei Nick Cave and the Bad Seeds, quello dei True Spirit, quello dei Fatalists, quello dei Dirtmusic. “Quello” dei tremila progetti. L’Australiano innamorato della Sicilia. Ma soprattutto Hugo Race a San Ginesio è “solo” Hugo Race, cioè rock ‘n’ blues minimalista e classe pura. Entra, ci guarda, si siede. Nemmeno una parola ed inizia subito a suonare abbracciando la chitarra, grande protagonista, e gestendo da solo le basi con i pedali. Voce profonda, calda, intensa. Se dovessi paragonarlo ad un regista sarebbe David Lynch, perché le sue canzoni sono finestre su mondi e mondi, visioni oscure, brutti sogni, sesso e amori che non si dimenticano, stereotipi e troppi zero. Hugo parte con Too many zeroes, continua con brani più caldi e dal retrogusto blues come We never had control, No stereotype e ci spiega, in un ottimo italiano, che i pezzi sono presi da tutti i suoi progetti e seguono il mood della giornata. “Sono i pensieri di questa sera… che è molto… yeah” e così introduce Keep it on e prosegue Safe from my memory. Poi ci parla della sua terra (Melbourne), un posto “aperto” dove si vive e scompare facilmente ed è proprio di questo che parla la bellissima e struggente Will you wake up, probabilmente il momento più alto di tutto il concerto. Ci concede un bis e arrivano la sensuale Nightvisions e la malinconica Chandelier girl.
Si riaccendono le luci del teatro. E per un attimo mi sono sentita estranea a quel posto perché ero ancora in una delle visioni di Hugo.