Ennio Mazzon ‘Ceriselcicles’

(Ripples 2014)

Nuova indagine tra le carni digitali del suono per il nostrano, ma sembrerebbe trasferito a Vancouver, Ennio Mazzon, già recensito da queste parti sia in veste solista che in coppia con Gianluca Favaron sotto la sigla Zbeen. Siamo ancora dalle parti di certa elettronica diciamo sperimentale, giacché ormai si è sperimentato quasi di tutto, con forti inserzioni di field recordings e con l’aggiunta di materiale visivo a completamento del lavoro. Al solito il modus operandi di Mazzon ha un approccio scientifico/matematico/informatico alla materia e scolpisce bit con una formalità algoritmica sicuramente influenzata dal background professionale, ingegneria, dell’autore. Algoritmi però che sono lontani dal produrre output gelido e meramente numerico, impregnati come sono di un notevole carico emotivo che imprime visioni e sensazioni. Interessante le modalità di realizzazione dell’unica lunga traccia che compone l’opera, sperando di aver ben capito, frutto di una meticolosa elaborazione mediante una piattaforma customizzata programmata dallo stesso Mazzon denominata ARTS-LOI, composta da moduli MAX/MSP e Audiomulch che trasformano, rendendoli assolutamente irriconoscibili, le fonti pop (?) in input. L’audio viene inoltre dato in pasto ad uno script in linguaggio Processing per imprimere una serie di effetti visivi a delle foto scattate sulle isole Shetland. Musicalmente la traccia ha un andamento quasi episodico muovendosi con naturalezza tra suggestioni eterogenee, da registrazioni di gabbiani, voci, rumori quotidiani, a pulsazioni ora in attesa smarrita, ora in più decisa fibrillazione, a frequenze disturbate, a glitches più “tradizionali” che punteggiano qua e là il paesaggio sonoro. Mi spiace fare ricorso a un termine di cui spesso abuso, ma l’effetto è molto cinematico: una serie d’incursioni su paesaggi, forse raffigurati nelle foto, forse esistenti da qualche parte, che ne sviscerano e amplificano la forma e i contenuti, reificando all’ennesima potenza suggestioni audio/visive dal nulla (stra)ordinario e spesso impercettibile che si agita negli interstizi delle nostre esistenze. Sicuramente questo è un lavoro molto interessante da avere a portata di… orecchio.

Voto: 7

Link correlati:Ennio Mazzon Bandcamp Page

Autore: alfio.castorina@me.com