Sintomi di Gioia ‘Sintomi di gioia’


(Indidacosa records / Venus Distribution 2013)

Il gruppo lombardo Sintomi di Gioia nasce sostanzialmente come un duo, essenzialmente composto dai soli Luca Grossi e Fausto Franchini, in questa occasione accostati dall’importante co-produzione artistica di Umberto Giardini dei Moltheni, presenza importante e che dona un’impronta ben precisa a questo lavoro.
Siamo di fronte a un album molto intimo, che tocca argomenti personali, ispirato dal pop sixties come dal rock dei primi seventies, sempre però con un occhio fermo sulla melodia. E si apre proprio su quello che è tra i migliori pezzi, Due minuti prima che cambiassi idea, un’amara riflessione su un rapporto sentimentale, delicata e ben scritta.
Da lì in poi si va su vari argomenti, tra cui anche società e politica, con addirittura una canzone dedicata a Marco Travaglio (Canzone per T (Rivoluzione)), stranamente delicata e garbata nonostante l’argomento potrebbe far pensare ad altro. Interessante anche la più sperimentale Mi dimentico di me, dimostrando chiaramente come meno i Sintomi di Gioia si rilassano e più hanno da donare all’ascoltatore.
Sarò sincero, l’accento lombardo particolarmente notevole del Grossi mi ha alquanto dato fastidio, sono particolari che possono andare bene se sei un grande cantautore, ma giunti a questo punto mi sembra un dettaglio che sarebbe meglio tenere più nascosto.
Il nuovo lavoro dei Sintomi non è facilissimo da sviscerare né tantomeno entusiasmerà chi non è particolarmente nostalgico di certo pop/rock sixties italiano e anglofono, però è un lavoro pieno di emozioni vere, sincere che inevitabilmente traspaiono ed è difficile restare neutrali.

Voto: 7

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