Altieri / Balestrazzi / Becuzzi ‘In Memoriam J.G. Ballard’

(Old Europa Cafe 2012)

Attrito e struggimento, in febbrile ricerca di un’identità,
oltre la finitezza del corpo.
Il gioco delle connessioni, fra
individui, l’ambiente circostante, il non detto (indicibile e
inesplicabile).
Dove le parole franano in stabilità,
mutando in azioni/sensazioni, riemerse da profondità abissali
(i paesaggi spinali, ricordi/sedimento, di epoche e luoghi oltre il
tempo. Celati a fondo nel disegno spiraliforme del Dna).
Apparizioni
e dissolvimenti, denudarsi di fronte ad un raggio rosa,
emanazione/visione ultraterrena.
E poi, acque immobili, sudori e
brividi sensuali.
Di nuovo, una fottuta barriera di carne, a
separare il messaggio captato, dalla rivelazione/condivisione.
La
Monroe, proiettata su sfondo/nubi, a dimensioni tali che, il
disegno complessivo si perde.
Resta un brandello di carne, una
ciocca di capelli, poco più di nulla.
Resta la
solitudine.
Costantemente imbrigliata, in un sistema di sottili
corruzioni personali.
Di tutto, pur di non sentir nuovamente,
l’immane ronzio che ci sovrasta.
Tremanti, dinanzi ad una porta
serrata.
Bestie da soma, carne da macello.
“In Memoriam
J.G. Ballard”, divampa letteralmente.
Erotica alternanza,
neon multicolori/statiche gradazioni di bianco.
Senza nessuna roca
esposizione, né asfittici cigolamenti.
Gesti centellinati, con
passione e calibrata reciprocità.
Corrado Altieri,
Simon Balestrazzi e Gianluca Becuzzi, modulano l’opera
intorno a cangianti panoramiche industrial/ambient.
Ronzanti
cariche, di statica energia in dissolvimento, malinconiche,
impenetrabili, urgenti, intime ed ossessive.
Memoria, rapporti in
espansione, oltre la forma originaria, l’acutizzarsi della
necessità.
Nella pelle, oltre la pelle.
Perfettamente
immobili, sotto un cielo/palazzo.
Una patina di sudore a colar sul
viso.
L’uomo svanisce, il suo lascito ci sovrasta.
Ancora ed
ancora.

Voto: 8

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