Daneil Koppelman ‘Recombinant Noctures’


(Innova 2009)

Se la notte è mistero, sogno, inquietudine, introspezione, oscurità, sospensione, poesia, allora i Recombinant Noctures di Daneil Koppelman colgono nel segno. Concepiti come sequenza di lunghi brani separati da brevi interludi, essi formano un tutt’uno continuo, disegnando un cielo oscuro costellato di qualche stella, nel quale perdere lo sguardo. Il continuum sonoro prodotto dai due pianoforti (suonati dal Duo Rudenako) è attraversato da frammenti di melodie che ricompaiono di quando in quando, senza lasciare un tratto indelebile. Nulla turba l’atmosfera che si viene creando: forse un po’ monotona, ma di indubbio fascino, soprattutto acustico. Fascino che raggiunge l’apice nei brani dove il piano è affiancato dal sintetizzatore, che accentua e valorizza la natura ambientale e sensuale degli sfondi, su cui il pianoforte, liberato da questo compito, dipinge fraseggi ora più calibrati e incisivi.

Voto: 7

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