Christopher Brellochs ‘Quiet City’


(Sono Luminus 2011)

Due capolavori, incorniciati da lavori di pregevole fattura: ecco, in sintesi, il contenuto di questo prezioso cd della Sono Luminus, che vede protagonista un validissimo ensemble americano guidato da Christopher Brellochs al sassofono, accompagnato da pianoforte, tromba e clarinetto, cui si aggiunge occasionalmente una viola. Proprio al quartetto appena menzionato è affidata l’esecuzione – la prima assoluta in questa versione – del celebre Quiet City di Aaron Copland, qui ancor più toccante nella sua misurata e schietta espressività, che va di pari passo con la consueta economia dei mezzi formali. L’altro capolavoro di cui parlavo è la breve quanto intensa Ballade per sax e piano di Leo Ornstein: sembra proprio che il famoso pianista-compositore sapesse sfruttare le tinte più intimistiche e profonde del sassofono, cui fa da valido sodale il pianoforte, impegnato a seguirlo in fluenti arabeschi che trasudano un’emotività intensa, inquieta, anelante. Ma il pregio di questo cd non si ferma qui. Gli altri lavori – ad eccezione del compatto, trascinante e corrosivo Sound Moves Blues di Robert Aldridge – sono forse meno distintivi; comune è la presenza, in pressoché ciascuno di essi, di sezioni veloci, briose e sincopate, alternate ad altre più lente, attraversate da un’ariosa melodicità di sapore neoclassico. E tuttavia, notevole è, in ciascun caso, la scaltrezza con cui i relativi autori (Hartley, Lunde, Barab) maneggiano il materiale musicale, che viene sapientemente elaborato in composizioni dense, concentrate e davvero piacevoli all’ascolto: degne co-protagoniste in un programma di primissimo livello.

Voto: 10

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