Kipple ‘The Magical Tree And The Land of Plenty’

(I Dischi del Minollo 2010)

Dal sottobosco padovano, ecco emergere i Kipple, trio di origine siciliana attivo dal 2008 che ha trovato il sostegno de I Dischi del Minollo per lanciare la sua carriera musicale e pervenire così alla propria opera prima. Dream-post-rock è il tris di parole che può fungere da coordinate spaziotemporali per delimitare l’universo informe e dilatato del gruppo, che parte dai Cocteu Twins per accostarsi a Godspeed You! Black Emperor e sfiorare elettronicamente gli Slowdive. Senza dimenticare, ovviamente, i mondi fantascientifici di Philip Dick, citati dai nostri già nel nome della band.

Incubi, emozioni e magie si annodano nelle oniriche e diluite composizioni del trio, sulle quali sembrano spirare venti gelidi attraverso i quali ogni movimento è sfuggente. Il profondo riverbero che accompagna la voce di Renè Galante conferisce alla stessa e all’intero disco una dimensione oltretombale raggelante. Come se, catapultati nell’aldilà, una guida imperscrutabile conducesse il nostro cammino in sentieri oscuri popolati di fantasmi.

Il kipple, in “Ma Gli Androidi Sognano Pecore Elettriche?” di Dick, è il complesso degli oggetti inutili, inservibili, quelli che giorno dopo giorno si accumulano senza sosta invadendo la nostra vita quotidiana. Ed i Kipple (la band) ne hanno accumulata di musica nelle loro orecchie prima di dar forma alla propria arte. Ma la musica non è mai inutile, come non lo è quella dei Kipple. Che nel dickiano kipple non ci andrà mai a finire. Chiaro, no?

Voto: 6

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