Mambassa ‘Lonely planet’

(EMI Music 2010)

Ritornano dopo sei anni di assenza i Mambassa, gruppo che in molti ricordano affettuosamente fin dai tempi in cui aprivano nientepopodimeno che per i Subsonica. Il tempo è servito ai nostri, l’esperienza è il miglior ingrediente per un sound maturo e per acquisire una certa sicurezza nei propri mezzi.
Questo viene subito confermato dalla bella traccia d’apertura, La costruzione della notte, un pezzo dal sapore effettivamente notturno, intimo, introdotto dal fender rhodes, il mio pianoforte elettrico preferito. Soluzioni melodiche abbastanza già sentite invece in Nostalgia del futuro, secondo singolo estratto dall’album; l’ho trovata così così, decisamente troppo derivativa, anche se sicuramente orecchiabile.
Così pure gli altri pezzi non mi hanno particolarmente entusiasmato, dalla noiosetta Immolando al dimenticabile primo singolo Casting; meglio invece riescono a fare La pioggia di settembre con il suo andamento un po’ retrò e Mi fido di te, grazie soprattutto a un notevole bridge in falsetto che la tira su.
Alla fine della fiera, confesso di aver trovato ‘Lonely Planet’ un album così così, prodotto professionalmente e con grande sicurezza, ma non in grado di lasciare granchè dopo l’ascolto. I nostri preferiscono buttarsi a pesce su pezzi musicalmente poco stimolanti, quasi alla ricerca di uno spazietto confortevole da radio che non remunera di certo ripetuti ascolti o interpretazioni alternative. Discreto.

Voto: 6

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