Tzii ‘Vuole Morire’

(Trasponsonic 2010)

L’etichetta culto sarda, Trasponsonic, accoglie per la
prima volta nel suo catalogo, un’artista non originario
dell’isola.
Ma di nulla si sposta, l’ostinata linea espressiva,
dell’intransigente label.
Tzii (Eric Desieux), è
francese d’origine, e risiede a Bruxelles.
L’incontro fra le due
realtà, avviene durante un concerto, organizzato
dall’etichetta di Macomer.
L’affinità è
immediata.
Tzii, non è un novellino, questa, è la
sua decima uscita solista.
Si è fatto le ossa, navigando
fra progetti collettivi (Solar Skeletons, Transit), e
collaborazioni sparse (Steve MacKay (The Stooges), Mike
Watt
(Minutemen), passando per Sikhara, Koonda
Holaa, Otto Von Schirasch, ed altri ancora).
“Vuole
Morire”, è in sintesi, una potente eruzione
dark/ambient.
Fra istantanee quasi folk (Persona Che Si Sono),
maestose ambienze (Mein Leibster Feind, Mi Colpisce) e
fragorosi assalti (le traforanti Entfernung Der Gefhule, e, La
Morte è Un Avido Amante
, non distanti, dalla claustrofobia
Swans degli esordi).
Restano al palo quei momenti dove il
magma sonoro tracima, generando bolle, ancorate ad una visione
risaputa.
Ed è un peccato, poiché, fra un profilo
Lustmord, ed uno Jliat, si scorgono influenze e
movenze, quasi da composizione massimalista, non distanti
(idealmente), dal lavoro di Niblock.
Flagellazioni dronanti
e rugginose meccaniche inceppate.
Desolazione ed espiazione.
Per
una visione lisergica complessiva, fatta di detriti e rabbioso
silenzio (a riguardo, i progetti locali Trasponsonic, a dirla tutta,
possiedono una folle marcia in più).
Le sette tracce,
incuriosiscono, anche per via dell’inserimento, di campioni di voci
in italiano, che stupiscono non poco (a voi la scoperta).
Panorami
angoscianti, marchiati a fuoco da un’urgenza espressiva
considerevole.
Lande e luoghi immaginari, che, a dispetto del
titolo depressivo dell’opera, paion disposti ad accoglier maggior
luce, rispetto a quella che filtra in questo lavoro.
Siam
nell’ambito, di un buon livello, con premesse per un’ulteriore salto
qualitativo.
Perfettamente inserito, nel raggio d’azione
artistico, passato al setaccio da Trasponsonic.
L’avvicinamento al
catalogo dell’etichetta, è quasi una necessità.
Vi
state avvisati, scuse non se ne accettano (cominciate con Maqom
o “Saint Lux”, ne riparliamo poi…).

Voto: 7

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