AA.VV. ‘Voci per la libertà 2009 – Una canzone per Amnesty’


(Ass. Culturale Voci per la Libertà/Halidon Distribuzione 2009)

Compilation contenente dodici brani per sei artisti, quindi, se la matematica non è un’opinione, un totale di due pezzi per artista. Un’ottima occasione, derivata direttamente dall’omonimo festival musicale, per questi artisti emergenti e comunque in vendita per un buon proposito.
Lungi dal commentare sull’effettiva valenza di tali iniziative, non sarebbe questo il luogo, andiamo direttamente ad analizzare la musica contenuta nel solco argenteo. Si parte con i vincitori di “Una Canzone per Amnesty”, i Terzobinario, e proprio con il pezzo che ha fruttato loro la vittoria, Rights Here! Rights Now!. Orecchiabile e dal testo piuttosto semplice dalla presa immediata, piuttosto simile a gruppi americani pop/rock che si ascoltano su certe radio, funziona. Meno bene riescono con la successiva La Violenza.
Sicuramente più memorabili i Legittimo Brigantaggio, un buon pop italiano che fondono ad alcuni sapori folk che non dispiacciono (soprattutto in Il Gioco del Mondo, entrambi i pezzi risultano piuttosto notevoli. Seguono i blueseggianti Silvia’s Magic Hand, con due tracce francamente noiosette e dimenticabili; chitarra acustica e armonica avrebbero potuto far di meglio in un contesto simile.
Rimango francamente terrorizzato dalla prima canzone dei Cosmorama, Strategie sembra una copia spietata di quel rock ‘elettronico’ italiano andato in malora qualche anno fa, perfino la voce. Fanno sicuramente meglio nella placida Inviolabile in cui, per quanto tristemente rovinata da un ritornello mixato in maniera discutibile, almeno riusciamo a trovare un’impronta originale che ci rassicura.
Seguono i Telemark (et), a cui non manca davvero nulla per proporsi in classifica, di orecchiabilità ne hanno davvero a iosa nella ballabile La Sicurezza e la più funk The Sun. Carucci sì.
Distanze dei Garnet lascia un po’ straniti, un pezzo melodico piuttosto solido e pronto per la radio che poi, d’un tratto, a metà si lancia in un pezzo rappato da Linkin Park di periferia che… ci sta proprio a dir nulla. E purtroppo è proprio questo riferimento ‘nu’ che si portano dietro nella successiva Nulla da Perdere a doppia voce maschile/femminile, per quanto anche qui si tratti di un pezzo solido e ben suonato, aver ripensato a un incontro tra Lacuna Coil e Evanescence… m’ha fatto venire gli incubi.
Vabbè, concludiamo l’analisi su ciò che vi interessa: sono dieci euro per una buona causa e un dischetto solido. Ottimo affare.

Voto: 7

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