Paolo Caredda ‘Altri giorni, altri alberi’

Di Marco Loprete

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Si possono mescolare “L’uomo tigre”, Tim Burton, Boris Vian, il Jenuet-Caro de “La città dei bambini perduti”, Terry Gilliam, “Ken il guerriero” e Iain Sinclair? A giudicare da “Altri giorni, altri alberi” di Paolo Caredda sembrerebbe proprio di sì. E ottimamente, per giunta. Originario di Genova ma con alle spalle esperienze a Bologna, Londra e Milano, autore, per la televisione, di documentari fittizi (i cosiddetti “mokumentaries”) ma anche su vite reali, Caredda è stato uno dei “giovani cannibali”, pubblicando per l’ormai celeberrima antologia einaudiana del ’96 (che riuniva, tra gli altri, autori quali Niccolò Ammaniti, Luisa Brancaccio, Aldo Nove, Daniele Luttazzi e Andrea G. Pinketts) il racconto “Giorno di paga in via Ferreto”. Dopo “La città uccello” per Paesaggi Italiani, è tornato con questo secondo, sorprendente romanzo.

“Altri giorni, altri alberi” racconta delle sanguinose battaglie tra gli alberi di Natale che adornano vari punti di Genova, ciascuno posto a difesa di uno specifico quartiere. Il campione di Marassi è il mitico Gustavius, cresciuto nel mezzo del crocevia che porta a Marassi Bassa. All’approssimarsi dell’inizio del grande torneo, Vinicio, capogabbiotto (il suo compito è quello di vegliare sull’albero ed assicurarsi che i bambini che tiene incatenati nel suo rifugio producano addobbi e striscioni di vario genere per adornare l’albero), nota la comparsa di una macchia bianca sul tronco del possente abete. Sono i primi sintomi di una malattia che indebolirà progressivamente la pianta e si diffonderà poi tra gli uomini. Nel racconto trova spazio anche la vicenda di Mirella, la donna amata da Vinicio, e del suo gruppo di orfanelli, tra i quali spicca il sensibile Rocco, che giocherà un ruolo fondamentale nel sanguinoso scontro finale tra Gustavius ed il temibilissimo Mascherafuturo, albero tutelare di un quartiere rivale.

Ambientato in una Genova apocalittica, funestata da crolli ed esplosioni, inondazioni, nebbie impenetrabili e deliri da allucinazioni di massa (le battaglie sono combattute dagli alberi con tecniche altamente distruttive, avvalendosi dell’energia che gli deriva dall’assorbimento di pensieri, sensazioni, stati d’animo e ricordi degli abitanti), “Altri giorni, altri alberi” è una bellissima e struggente fiaba che ruota intorno a temi quali l’amicizia, l’importanza della memoria e il rapporto uomo – natura (la sopravvivenza degli umani è indissolubilmente legata a quella degli alberi), in cui è proprio la città ligure, collocata fuori dal tempo e dallo spazio, l’affascinante e misteriosa protagonista.

Link: Editore ISBN, 2009