Indukti ‘Idmen’

(InsideOut Music 2009)

Piotr Kocimski (chitarra), Ewa Jaboñska (violino), Maciej Jaœkiewicz (chitarra), Andrzej Kaczyñsk (basso) e Wawrzyniec Dramowicz (batteria) formano gli Indukti, band polacca nata nel ’99 e con alle spalle un buon debutto, “S.U.S.A.R.”, pubblicato nel 2004. “Idmen”, il nuovo lavoro della formazione dopo l’EP “Mutum” (2009), condensa in 63 minuti otto brani prevalentemente strumentali all’insegna di un mix di riffoni metal, spunti etnici e strutture progressive.
Tusan Homichi Tuvota, cantata da Nils Frykdah (Sleepytime Gorilla Museum), è contesa tra una melodia suadente (azzeccato l’arrangiamento, con il violino della Jaboñska in bella evidenza) e passaggi death (per la cronaca, il testo è ispirato ad un antico racconto Hopi, tribù di nativi americani). And Who’s the God Now? deve il suo fascino al drumming tribale e ai cori cantilenanti (ma non dimentichiamo la melodia epica, l’intervento di chitarra acustica in arpeggio ed il cantato tra il ringhio ed il biascichio psicopatico di Maciej Taff, attivo nei Rootwater e nei Black River), che evocano atmosfere ancestrali e cerimonie pagane. Indukted sfodera bordate ultrasoniche della sezione ritmica, passaggi grind, stranianti effetti elettronici ed una chiusura affidata al dulcimer di Marta Maslanka. La discreta Nemesis Voices (con Michael Luginbuehl dei Prisma al canto), precede Ninth Wave, forse il capolavoro del disco, un concentrato lungo oltre undici minuti di passaggi jazzati (ottimo il lavoro di Robert Majewski alla tromba), riff di chitarra su tempi dispari, bordate fulmicotoniche di batteria, sfumature crossover e persino sonorità sudamericane (ancora la tromba di Majewski in duetto con il violino e la chitarra acustica).
In definitiva, siamo di fronte ad un disco che, nonostante alcuni momenti decisamente scolastici e prevedibili, regala, nel complesso, brani intriganti, contraddistinti da arrangiamenti di gran gusto e intelligenza (sempre bilanciati, però, dalla visceralità e dalla potenza che il genere richiede) e dallo sfoggio di una buona personalità in fase compositiva.
Una buona conferma, insomma.

Voto: 7

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