Alondra Bentley ‘Ashfield Avenue’

(Absolute Beginners 2009)

La personalità. È questo uno degli elementi che distingue un gran disco da un disco buono. Soprattutto ai giorni nostri, in cui di idee veramente nuove ce ne sono pochissime. E di personalità è sicuramente fornita Alondra Bentley. Con questo suo debutto, la songwriter di origini londinesi (l’“Ashfield Avenue” del titolo altro non è il nome della strada in cui è nata) ma attualmente stanziata in Spagna, ha realizzato un delizioso affresco pop-folk in cui l’influenza di artisti del passato (il Nick Drake di “Five Leaves Left” in particolare) è sì presente, ma non invasiva, al punto tale da non suscitare neppure, in chi ascolta, l’interesse per il gioco del “questa suona come…”.
L’apertura, affidata alla splendida farebbe pensare ad un disco solo voce e chitarra, ma non è così. Le restanti undici tracce presentano arrangiamenti in cui, accanto alla sei corde acustica (suonata rigorosamente picking), compaiono anche organo, pianoforte, banjo, archi, trombe. Tra i momenti migliori, oltre alla già citata opener, segnaliamo Still Be There (uno dei capolavori dell’album, forte di orchestrazioni magnificamente avvolgenti), Of All Living Creatures, Why A Human Being?, Sunglasses, Giants Are Windmills, Sugarman, The Petal House (altro capolavoro, un pezzo dall’alta carica emozionale) e Star For Mummy.
Oltre che nella qualità della scrittura (musicale e dei testi) e degli arrangiamenti, che permette alla Bentley di scodellare brani dal mood malinconico ma dotati di una leggiadria tutta particolare, “Ashfield Avenue” ha un’altro punto di forza nell’interpretazione della giovane songwriter: la sua vocalità è limpida e cristallina ma al tempo stesso potente ed intensa. Come si sarà capito, siamo difronte ad un debutto coi fiocchi.

Voto: 8

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