Phoenix Ensemble, Mark Lieb ‘Clarinet quintets’

(Innova 2009)

La prima volta che ascoltai un pezzo di Milton Babbitt mi sentii come Nanni Moretti in quella scena del film ‘Caro Diario’ in cui va a vedere il malfamato quartiere romano di Spinaceto e, sorpreso di trovarlo in uno stato decente, esclama: “Pensavo peggio, Spinaceto. Non è niente male!” Pure io pensavo che la musica di Babbitt, maestro del serialismo integrale (come se Schoenberg non fosse già abbastanza complesso), fosse peggio di quanto invece non è risultata all’ascolto. Allora si trattava di un breve brano per pianoforte; in questo nuovo cd Innova abbiamo a che fare con un ben più consistente brano per clarinetto e quartetto d’archi, in cui la complessità ritmica di Babbitt si snoda in un percorso tortuoso ma non privo di swing (non a caso il critico americano Alex Ross ha usato al riguardo l’azzeccata espressione “jazz che proviene da un altro pianeta”). Un brano che, pur nella sua astrattezza, trasuda vivacità e ironia. Con Morton Feldman, autore del’altro brano, per la medesima formazione, contenuto nel cd, siamo quasi all’opposto: semplicità anziché complessità, staticità anziché dinamicità, eleganza anziché tortuosità. Le vie della bellezza, tuttavia, si sa, sono infinite: il fascino della musica di Feldman sta proprio nella maniera in cui riesce a combinare le suddette qualità in modo intrigante e misteriosamente affascinante. Un cd imperdibile per gli amanti della musica del XX secolo.

Voto: 8

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