Gianni Gebbia / Miss Massive Snowflake ‘Phonometak Series # 6’

(Wallace / Phonometak Laboratories 2009)

Sesta uscita per la Phonometak Series, ed accoppiata ben stramba,
quella approntata in questo caso.
Di Gianni Gebbia,
bisognerebbe portare le spille sul bavero della giacca, invece, bene
che va, qualcuno, dalle nostre parti, lo conosce di nome.
Miss
Massive Snowflake
, sono il side project, di Shane De Leon
dei Rollerball (tromba e voce), e propongono, uno stralunato
sguardo, che incrocia ed ingloba, rock, jazz, forse hip hop, ed altre
granaglie off.
I sei brani di Gebbia, sono stati registrati nel
2004, presso la Ives Hall della Sonoma State University della
California.
Sei impro solitarie per sax alto, che ribadiscono la
qualità da esportazione di Gebbia (Daruma’s Call,
sospinge il cervello a lavorar con ironia corrosiva, Sussokan
viaggia di respirazione circolare, e pare aggrovigliarsi ed
irrobustire il silenzio circostante).
Duck Call, al
contrario, il silenzio lo intimidisce, Cinabro, è jazz
traumatizzato, Transmission, si guarda intorno con area
surrealista, e Moon Faced Buddah, stende spatolate di notte
sul finire del primo lato.
Tutto piuttosto ok (buon materiale, ma
i capelli, non si rizzano più di tanto).
Miss Massive
Snowflake, son bella accozzaglia assortita, tre brani, che parlano
diversi linguaggi, un bel mucchietto di esecutori (fra i quali, il
caro Bill Horist), ed una notevole vena folle (ma mica
tanto…).
Ripeto, son rock, son psichedelici astratti, son anche
jazz (dalle parti di Canterbury), hanno testi divertenti, ed ogni
tanto, la vocalità di De Leon, si avvicina a quella di David
Byrne
.
Tre brani strampalati ed originali.
Shock And
Awe
, corrode, Can’t Be Wrong, mira al petto, Bender
viaggia di tradizione scompaginata (la migliore del mazzo).
Il
tutto gira.
Funzionale e soddisfacente.

Voto: 7

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