Ferran Fages ‘Al Voltant D’un Paral.lel’

(Etude Records 2008)

“Al Voltant D’un Paral.lel”, del chitarrista e
manipolatore elettroacustico Ferran Fages, è opera di
struggente dilatazione.
Versioni, (registrate dal vivo nel 2007),
con approccio differente, di brani creati prima dell’album, “A
Cavall Entre Dos Cavalls” del 2004 (su Creative
Sources
).
Cinque stanze interiori, che si accendono di
crepuscolare riverbero.
Polvere, che si lascia intrappolare
pigramente da un fascio di luce, rimane in sospensione;
scompare.
Folk, psichedelia dolente, blues spettrale,
minimalismo.
A cavallo, fra la composizione visuale/circolare di
Morton Feldman, i silenzi di Taku Sugimoto, l’abbandono
del Neil Young di “Dead Man”, l’evanescente soffio
di Loren Connors.
Dentro, in fondo alla materia, una
tremolante luce John Fahey, che non riesce a dissipare
l’oscurità in arrivo.
Primer Gir, Desprès
De La Primera Pausa
, Desfer La Pausa, Possible Desfeta;
Ùltim Gir.
Brani,
che nell’insistenza, fra note basse, arpeggi, armonici, sottili
risonanze/dissonanze metalliche, si muovono come bianche lenzuola
stese al vento ad asciugare.
In silenzio; tutt’uno con
l’assordante silenzio.
Ne puoi sentire il fruscio.
Nulla
intorno si muove.
Un assolo doom metal, che raggiunto il proprio
livello di fusione, perde la voce, e rimane ad ondeggiare dolcemente,
prima della fase discendente.
L’occhio non coglie l’esplosione, ma
ne intercetta la coda luminosa, che lenta si spegne.
Da
Barcellona, un disco da stringere gelosamente al petto.

Voto: 8

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