Citizen Kane ‘Il Male Bianco’

(Autoproduzione 2009)

Nati nel 2004, i Citizen Kane (moniker che omaggia il capolavoro di Orson Welles, noto in Italia col titolo di “Quarto Potere”) sono un trio composto da Carlo Dojmi di Delupis (chitarra e voce), Barbara Vanorio (basso) e Stefania Giustini (batteria).
“Il Male Bianco” è la loro terza uscita discografica, dopo gli EP “Tutte le parole che ogni giorno perdo” (2004) e “Fortezze” (2006). Il titolo del disco è un’allusione a “Cecità” di Josè Saramago: il male bianco è un’epidemia che rende cieche le persone e ne risveglia gli istinti primordiali e che, come spiega la band nelle press-note, «si sta diffondendo nel nostro Paese, che soffre di una regressione inarrestabile dal punto di vista culturale e sociale».
Nelle intenzioni del trio le otto canzoni che compongono il disco dovrebbero riflettere «questo contesto di stasi»: peccato non sia così. Le tracce, sia sul versante musicale che su quello dei testi (con la sola ovvia eccezione della cover di Preghiera In Gennaio di Fabrizio De Andrè) non offrono né emozioni né spunti di riflessione. Si tratta del tipico sound indie rock italiano (il modello prevalente sembrano essere i Verdena), giocato sull’alternanza di malinconici arpeggi e impennate di chitarra e condito da testi che vorrebbero essere un po’ ermetici, un po’ impressionisti ed un po’ esistenzialisti, non si capisce bene, ma che in realtà si rivelano poco più che accozzaglie di frasi buttate lì in modo terribilmente prevedibile, quasi casualmente, giusto per impressionare i palati meno fini.
Un lavoro mediocre, insomma.

Voto: 4

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