Stefano Ianne ‘Mondovisioni’


(Rai Trade/Fenice 2009)

“Mondovisioni” è il terzo album di Stefano Ianne, compositore padovano inserito da molta critica nel filone del minimalismo romantico in scia a personaggi del calibro di Philip Glass e Steve Reich. Dopo il successo del precedente “Elephant” registrato live durante un concerto lo scorso anno, Ianne bissa l’operazione imprimendo su disco la registrazione in presa diretta del concerto tenuto insieme ad un’orchestra di 60 elementi (alla faccia del minimalismo…) presso il teatro Alighieri di Ravenna.

Il compositore, già attivo in campo cinematografico e pubblicitario, ci offre dieci composizioni originali che creano un’aura di malinconia solenne, che fluttua tra viaggi funerei e fratture esplosive.

La Ouverture scrive i titoli di testa dell’opera con solennità tesa, come se qualcosa di funesto stesse per accadere. Staces scende verso una dimensione più dimessa illuminandosi pian piano di una luce fioca ma costante. Sette si apre su un ritmo di ascendenza jazzistica ma presto si sposta verso un suono bucolico, raffreddato ma vivo. Flying è dominata dalla cupa nostalgia delle note del piano, sintetizzando un luogo di fulgida nostalgia. Percussioni pompose aprono Evo, per poi subito assottigliarsi in un volteggio da sottobosco rigoglioso e brulicante. Concerto Per Violino Quarto lascia agli archi un’ossessiva danza funerea di un corpo squarciato e ormai prossimo alla morte. Nah dà ariosità a vibrazioni in punta di dita che sprofondano nell’oscurità opprimente di Notturno, un viaggio negli abissi dell’oscurità dal quale riemergiamo accecati dal bagliore sibillino della speranza nel finale della suite. La title track vede la partecipazione di Antonella Ruggiero (ex Matia Bazar) alla voce, conferendo voce alle emozioni nascoste evocate in tutto il corso del disco: pensieri, oceani e un aquilone trasportano un canto d’amore intenso e vibrante, dimostrando la bravura di Ianne anche a livello melodico pop. Giunto al vertice emozionale del lavoro, il compositore pone il suo sigillo con la breve Caelum, breve distesa incantata e leggiadra.

Un disco cinematico, che crea visioni e atmosfere in musica, rinverdendo i fasti della musica classica contemporanea. La collaborazione con la Ruggiero mostra una via di contaminazione interessante tra pop e musica colta, segnando uno dei possibili sviluppi del lavoro del padovano. Piacevole, pur senza incidere particolarmente.

Voto: 6

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