The Tunas ‘We cut our fingers in july’


(Tre Accordi/Self 2008)

Prova del nove superata a pieni voti per The Tunas, che con “We cut our fingers in july” giungono al secondo full lenght dopo il già apprezzato “Au go-go” di tre anni fa.
Matteo Bordin dei Mojomatics in consolle, Erica Preli go go dancer a scatenare gli animi sul e sotto il palco, al resto pensano loro, i quattro tonni, autori di un rock’n’roll tatuato Nuggets e dopato tanto di punkeggiante attitudine ribelle quanto di melodie di chiara scuola Liverpool, quella dei baronetti, si intende.
Influenze, numi tutelari… si potrebbero riempire pagine intere tanto l’album è intriso di storia del rock.
O meglio, non tanto di influenze si tratta, ma di un vero e proprio viaggio a ritroso nel tempo lungo quasi mezzo secolo: che ci facciamo con qust’album vecchio e ammuffito allora, direte voi? Ve lo ascoltate da cima a fondo e godete a raffica, vi dico io, perchè non c’è un pezzo tra i dodici dell’album che non vi farà dimenare gambe e culi: incendiari inni garage post? ante? litteram e nenie pop che generano tossicodipendenza, dalla hit single John Titor’s amazing journey to the past che non sfigurerebbe in heavy rotation su MTV Brand New, alla scheggia anfetaminica di Too many secrets, dall’old school garage di You got bread (but you ain’t got teeth) e di Uptight, ottima rilettura del classicone di Stevie Wonder, alla stonesiana I’ve had enough, eccellenza pura.
Inutile continuare a fare le pulci, tanto punti deboli non ce ne sono, e l’album è una bomba, fidatevi.
Quelli in cerca di novità e intellettualismi vari e sperimentazione via di qua, chi freme per balli sfrenati, contatto fisico, carne e sudore, beh, è capitato nel posto giusto.

Voto: 8

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Autore: alealeale82@yahoo.it