Guns N’ Roses ‘Chinese Democracy’

(Geffen 2008)

Che ne è stato dei Guns N’ Roses? Che ne è stato della band che nel 1987 incendiò le classifiche (ed i cuori di tutti gli amanti dell’heavy rock) con quella pietra miliare che risponde al nome di “Appetite For Destruction” riuscendo a rimanere sulla cresta dell’onda anche dopo, quando nel 1991, uscirono i multimilionari “Use Your Illusion I” e “Use Tour Illusion II”?
Nulla, a giudicare da questo “Chinese Democracy”. E non stiamo parlando solo della line-up (la progressiva fuoriuscita di Slash e McKagan). Parliamo proprio di sound. Perché questo disco, malgrado qualche momento tutto sommato coinvolgente (1, 2, 3, 8, 9, 11) anche se effettivamente un po’ scontato, risulta il più delle volte patetico, imbottito com’è di rock ballad senza nerbo (4, 7, 10, 12, 13, 14) e di esperimenti ridicoli (la chitarra orientaleggiante di 5).
E poi, neppure la voce di Axl è più la stessa: non solo non morde più, ma a volte fa persino fatica ad emergere dal muro sonoro di basso-chitarre-batteria.
Sono ben quindici anni che l’uscita di questo disco viene prima annunciata e poi rimandata. Col senno di poi, sarebbe stato meglio tenerlo nel cassetto almeno altri quindici.

Voto: 4

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