!Gato De Marmo! ‘Gato De Marmo’

(Autoprodotto 2008)

I pregiudizi sulla musica proveniente dal Salento vengono radicalmente smentiti da questo quintetto leccese che risponde al nome di !Gato De Marmo!. Gato De Marmo è il gatto giapponese di ceramica con la zampa alzata che spesso appare in molti film o cartoni animati orientali. Esso è anche un simbolo di pigrizia, ma di pigro in questo lavoro non c’è assolutamente niente. La si potrebbe accostare al passo lento e cadenzato di buona parte del disco, ma la forzatura sembra eccessiva. Siamo dalle parti di un post-rock psichedelico infarcito di rigurgiti hardcore e noise, figlio di Shellac, Mogwai, Tool e, perché no, i nostrani Uzeda e Il Teatro Degli Orrori.

Dopo la breve Intro che cita In Heaven di lynchiana memoria (la ricordiamo con sinistro piacere cantata dalla donna nel radiatore in “Eraserhead”), Shady Vacuum esordisce con singulti plastici distorti che sfociano in una soffusa e volteggiante melodia liquida e bollente al contempo, con cambi di ritmo e assoli debordanti ad alternarsi a fluide emulsioni sintetiche. Lead And Blades procede stanca e dimessa per tre minuti per poi aprirsi in una goccia di rgabbia che precipita in un pozzo oscuro alla fine del quale riappare un magma rovente e fuligginoso. I 10 minuti abbondanti di Glass Eye ripropongono la struttura della precedente, alternando momenti di tesa immobilità a impennate soniche. In coda troviamo Vanja’s Death, con ritmo sinuoso e fervente, litania oscura e ipnotica dal gusto math che si scoglie in una nebbia dilatata e variopinta.

Un album violento e dalle influenze multiple, forse a tratti disordinato nel voler mettere tanta carne al fuoco. La sezione ritmica rimane probabilmente un po’ coperta dalla potenza delle chitarre per un lavoro comunque di ispirazione math. Ma i ragazzi sono giovani e si faranno, mettendo un po’ di ordine qua e là senza per questo abbandonare i mille spunti che la loro musica offre. Una piacevole scoperta.

Voto: 7

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