Robert Moran ‘Mantra’

(Innova 2008)

Robert Moran è un compositore dalla personalità sfaccettata. La sua musica è immediatamente accessibile, ma allo stesso tempo scrupolosamente rifinita nei dettagli. Il suo stile è definibile come post-minimalista in senso lato. Alcune sue composizioni sembrano infatti rifarsi al minimalismo religioso, quello proveniente dall’est europeo (Part, Kancheli, Gorecki), e si evolvono attraverso un lento e meditativo procedere di frasi melodiche delicate su di un tessuto armonico apparentemente statico. Di questo genere sono la maggioranza dei brani contenuti nel presente cd della Innova, in particolare di Mantra, in cui l’uso delle voci richiama anche alcuni pezzi vocali del grande Ligeti (provocando un analogo effetto insieme ipnotico e straniante). Altri brani sembrano invece attingere al lato più dinamico del minimalismo, quello di uno Steve Reich per intenderci: di questo genere è la trilogia di brani per percussione presenti nell’album, dove l’impulso ritmico è la cifra dominante, insieme a una freschezza melodica e a una contagiosa inventiva (accresciuta dal delicato uso del suono della pioggia nel movimento centrale della trilogia) che ne fanno una controparte musicale efficace dei graffiti dell’artista brasiliano Kboco, ai quali Moran si è per l’occasione esplicitamente ispirato. Philip Glass ha ammesso che non si può non amare la musica di Moran (col quale peraltro ha collaborato nella realizzazione di opere e progetti); l’ascolto di questo cd conferma la bontà di quanto sostenuto da Glass, e ci fa venir voglia di ascoltare altra musica di Moran (per fortuna la Innova ha già pubblicato un altro cd di Moran, intitolato Open Veins, dove sono presenti alcuni dei brani precedentemente pubblicati dalla compianta etichetta Argo, e che merita altrettanto encomio).

Voto: 10

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