Taras Bul’ba ‘Secrets Chimiques’


(Wallace Records/Promorama/Audioglobe 2008)

Quarta prova sulla lunga distanza per i Taras Bul’ba. A quattro anni dall’ultima fatica, il trio torna con un lavoro granitico, che raccoglie tutte le tendenze dell’hard rock a cavallo di secondo e terzo millennio, innestandole in un tessuto essenzialmente post-hardcore. Ritmi math, sussulti noise, sfuriate metal, gitane funky creano un mix succulento e massiccio che ricorda a tratti gli Shellac, a tratti i Primus ma senza mai accoglierli mai veramente come punti di riferimento.

Apre il disco Cranioterapia, furioso post-hardcore con intramezzo dimesso che riesplode in un tumulto oscuro di chitarre distorte accompagnate da una lieve voce metallica. Traumdeutung è post-rock sgretolato in granelli metallici. Interessante anche Disformofobico, con attacco metal che lascia spazio a un charleston in levare condito di tromba distorta. Ampi riverberi richiamano scenari horror in Providence. L’attacco di Toktamis è invece quasi funky declinato al verbo math.

”Secrets Chimiques” è un disco che denota la grande maturità di questo gruppo ormai attivo da oltre dieci anni. Sembra però mancare un guizzo, un lampo di luce che fulmini l’ascoltatore sul via dell’oscurità, cifra stilistica che accomuna tutte le tracce dell’album. Forse la limitatezza della struttura chitarra-basso-batteria impedisce al trio di andare oltre il buon livello già raggiunto. Non disperiamo, ma aspettiamo evoluzioni.

Voto: 6

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