Lev ‘Hanno Ucciso Ulrike Meinhof’

(Autoprodotto 2008)

Aprendo il booklet di questo cd la prima idea che mi sono fatto era che si trattasse di un altro gruppo di estrema sinistra dedito a un punk-rock di denuncia politico-sociale stile Punkreas. D’altronde gli indizi che andavano a confermare la mia tesi erano diversi: nome del gruppo (Lev è un tipico nome russo); titolo dell’album (Ulrike Meinhof era una giornalista militante della sinistra radicale tedesca, coinvolta in gruppi estremisti a Berlino e che nel 1970 aiutò un terrorista e rapinatore a evadere di prigione, per poi essere incarcerata e suicidarsi, o venire uccisa, ancora non è chiaro, nel 1976 in cella); soggetto del foto del booklet (due nudisti in spiaggia che si accingono ad avvolgersi in una bandiera americana che al posto delle stelle ha la falce e il martello).

Il sostrato ideologico di questa band napoletana è indubbiamente quello della sinistra radicale, ma musicalmente si discosta dall’immaginario del gruppo militante. Innanzitutto, è meglio precisare che questo più che un disco è una dichiarazione d’intenti, è la parte artistica di un progetto più vasto, del quale la musica è un mezzo di espressione ma il centro sono i contenuti.

Usano un combat-rock che strizza l’occhio alla new wave e all’indie più piacione, ma non è questo il punto. L’album idealmente è diviso a metà, giocando sulla dicotomia esterno/interno: la prima parte è quella più rabbiosa, in cui i riferimenti a guerre passate (Dall’esterno) e presenti (Bombe su Kabul) sono più espliciti; la seconda, aperta da Dall’interno, si rivela quasi intimista, ma in realtà si tratta di un universo di allusioni ciniche a utopiche rivoluzioni.

L’idea è quella di unire musica e protesta, una protesta che abbraccia varie forme oltre alla musica: un blog di controinformazione, non iscrizione alla Siae, libertà totale per chiunque di scaricare e diffondere la loro musica, “convinti che la musica abbia una genesi sociale…non un mezzo per arrivare al successo o fare profitti”.

A questo punto il dubbio è: valutare solo il risultato artistico o anche le buone intenzioni alle spalle del progetto dei Lev? Nel caso specifico le due cose vanno di pari passo quindi dico: ottimo lavoro ragazzi, continuate così.

Voto: 6

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