Improvvirusoundexperience ‘Supercoclea For New Apes’

(Setola Di Maiale/Rizoma Produzioni 2007)

Il collettivo
Improvvirusoundexperience
nasce dalle parti del trevigiano
nel 2005 e, fino ad ora, ha coinvolto una ventina di musicisti.
Le
esibizioni pubbliche sono mutevoli, per numero di componenti e per
strumentazione adottata.
Questo “Supercoclea For New Apes”
è la loro prima incisione, e; sin dalle prime battute le
coordinate sono chiare.
Flowers For John apre su di un
ritmo fiero, quasi reggae, più o meno dalle parti dei Franti
del Battito Del cuore, poi una sezione centrale libera
(ma non inutile…) ed un finale
fottutamente grasso e soul.
Ottimo, accessibile e votato alla
dialettica.
Un gran rispetto per la tradizione rivisitata quel che
traspare, un atteggiamento che, molto deve alle incursioni pubbliche
che il collettivo propone ed ha proposto (Chaosmose, per
piccola orchestra e video, Si-Tanka Wokiksuye, colonna sonora
di un ciclo di western proiettati all’interno dei borghi intorno a
Vittorio Veneto, Black Out, salsa blaxploitation frullata e
servita in chiave impro; ovviamente per un ciclo su “Shaft”).
Ne
vien fuori un frullatore che risucchia e sputa, schegge rock, funk e
soul innervandole di intervalli free sempre sensibili al confronto
epidermico con l’ascoltatore.
Un’edizione più leggera
dell’Art Ensemble?
Potrebbe essere…
Quattro brani
innervati di cultura nera e tensione collettiva costante, la matrice
free (con un’ottica molto inglese…), che si colora di suggestioni
diverse puntando (e centrando); ad un connubio cerebro/scuoticulo
davvero azzeccato.
Al gran completo si presentano con due
batterie, un contrabbasso, un basso elettrico, una chitarra
elettrica, un pianoforte, una tuba, un sax baritono, due sax tenori,
un sax alto, una tromba e l’elettronica (qualcosa ce lo siamo
sicuramente perso per strada).
Travalicare gli schemi angusti del
free puro e semplice diventa cosi facendo uno scherzo
(apparentemente; c’è un gran lavoro di conduzione da queste
parti…).
Ed il gioco riesce talvolta quasi alla perfezione,
Eliogabalo #211006; tutta costruita sul connubio libera
uscita dadaista
ed atmosfere tensive molto cool.
La conclusiva
Monsieur Le Coprophage, di nuovo, zone di libera uscita unite
all’impatto frontale di una grande orchestra su di giri a tarda
notte; il pubblico ondeggiante un’unica schiuma di alcool e sudore.

Danno l’impressione di poter dominare qualsiasi linguaggio, dalla
contemporanea al rock, l’impro più iconoclasta ed atmosfere
caraibiche, e questo andare, oltre i preconcetti; ce li rende
simpatici assai.
Bello, fresco e divertente; le rotelle che girano
a mille.
Cosa chieder di più?
Loro senz’altro
(meritano di aver successo; altro che il jazz strombazzato dai
soloni di turno…).

Voto: 8

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