Xiu Xiu ‘Women As Lovers’


(Kill Rock Stars 2008)

Gli Xiu Xiu sono una band californiana (che deriva il suo nome da un film cinese del ’98, “Xiu Xiu: The Sent Down Girl”), attualmente composta (dopo alcuni cambi di line up) da Caralee McElroy (tastiere, flauto, basso, harmonium e chitarra), Ches Smith (batteria) Devin Hoff (basso) e Jamie Stewart (voce). Il loro debutto discografico risale al 2002, con la relase di “Knife Play”, album che li segnalò all’attenzione della critica più attenta come una sorta di ibrido tra Pere Ubu (la vitalità isterica di certe trovate sonore) e Radiohead (l’angoscia esistenziale). L’anno seguente, dopo una collaborazione con Deerhoof e la pubblicazione di un EP, “Chapel Of The Chimes”, la band licenziò uno dei suoi dischi migliori, “A Promise”, in cui la sperimentazione delle prime opere si faceva ancora più audace. All’uscita dell’extended play prevalentemente acustico “Fag Patrol”, seguì LP “Fabulus Muscles”, il lavoro più accessibile di Stewart e soci.
Con “La Forêt” la band tornò però a battere sentieri decisamente più sperimentali e dopo la collaborazione con Larsen accreditata agli XXL, “Ciautistico!” (2005), un album live (“Life And Live”), uno split single con Devendra Banhart un quinto LP dal sapore interlocutorio come “The Air Force” ed un EP di cover (“Tu Mi Piaci”), i nostri sono ritornati nei nostri lettori CD con questo “Women As Lovers”.
Diciamo subito che in quest’opera compaiono tutti gli elementi caratteristici del sound degli Xiu Xiu, ovvero delicate melodie squarciate da esplosioni sonore e rumorismi di ogni genere, tappeti sonori stranianti e un cantato agonizzante, strano ed originalissimo ibrido tra il David Bowie più controllato ed il Robert Smith più intimamente angosciato – il tutto incastonato in strutture estremamente complesse e sempre sfuggenti.
I Do What I Want, When I Want si muove lungo i sentieri di una psichedelia tremolante e straniata, in cui a far compagnia al cantato agonico di Stewart ci sono rumori assortiti, il blaterare sconnesso di un sax e delicati cori femminili. In Lust You Can Hear the Axe Fall è tutta giocata sull’alternanza di momenti pacati ed esplosioni sonore: il risultato è uno psicodramma in cui la voce di del cantante sembra lottare per emergere dal boato infernale di suoni che l’avvolgono. F.T.W. mescola una delicata melodia chitarristica con lancinanti devastazioni rumoristiche ed intermezzi dal mood interlocutorio; No Friend Oh! è il pezzo forse più accessibile della raccolta, nonostante il motivo si distenda in modo straniante su un tappeto di suoni d’ogni genere.
Dopo quella specie di filastrocca malata che risponde al titolo di Guantanamo Canto, tocca ad una riuscitissima cover di Under Pressure, cantata in duetto con Micheal Gira. E se Black Keyboard è una splendida preghiera notturna prevalentemente per sole chitarra e voce, in cui il cantato di Stewart sembra riecheggiare isolato in una landa popolata di fantasmi e Master of the Bump (Kurt Stumbaugh, I Can Feel the Soil Falling Over My Head) una splendida melodia dal sapore forse un po’ country-folk, in cui la dolcezza della scrittura è corretta da una chitarra elettrica sporca che, sul finale, si lancia in un assolo graffiante, Child At Arms è il solito trip psicotico, isterica e straniante com’è. La cupa e spettrale White Nerd precede la chiusura affidata all’arpeggio acustico accompagnato da boati sonori di Gayle Lynn.
Insomma, come si sarà capito, “Women As Lovers” è la solita, perfetta commistione di dolcezza ed asprezza, malinconia e psicosi, meditazione ed isterismo. Un disco che ci riconsegna una formazione in stato di grazia.

Voto: 8

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