Pino Bertelli ‘Della Fotografia Trasgressiva’

 

Di Marco Loprete

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Non poteva che chiamarsi “Della fotografia trasgressiva” un libro dedicato all’arte di Diane Arbus, fotografa americana che ha dedicato tutta la sua vita a ritrarre i freak, gli “scherzi di natura” – prodotti dell’emarginazione sociale, della cosiddetta “anormalità”. Nel suo bel libro, Bertelli analizza l’estetica della geniale fotografa, morta suicida nel ’71, attraverso l’analisi di alcuni celeberrimi scatti, come Couple under a paper lantern (1966), A flower girl at a wedding (1964), A husband and a wife in the woods at a nudist camp (1963), Beaufort country, South Carolina (1968) e così via.
Ad emergere è una concezione della fotografia come “immagine del mondo” (Pierelli): “io mi adatto alle cose malmesse. Intendo dire che non mi piace metter ordine alle cose. Se qualcosa non è a posto di fronte a me, io non la metto a posto. Mi metto a posto io”. Così la Arbus. Il risultato di questa concezione, che definire sovversiva è quanto mai appropriato, è una carrellata di immagini indimenticabili, frammenti di vita dolorosi e a tratti disturbanti, che mostrano, per dirla con Bertelli, “una delle forme più alte della violenza organizzata: quella che ogni Stato porta contro la parte maledetta della società”, i freak per l’appunto. Pur incorporando la lezione della grande fotografia di impegno civile americana (quella che fa capo a gente come Lewis Hine, Jackob Riis, Benn Shann ed altri) la Arbus va oltre: i suoi scatti sono impregnati di una notevole dose di poesia, una poesia tutta particolare, anticonvenzionale, che nasce dall’innocenza della diversità.
E il volume di Pino Bertelli riesce a far comprendere appieno al lettore tutta la forza espressiva, l’originalità, la genialità di questa grande artista. Importanti, al riguardo, anche la breve presentazione di Gianna Ciao Pointer e soprattutto il contributo di Alfredo De Paz – per un libro che chiunque voglia gettare un occhio all’arte della fotografia da un’angolazione diversa non può non avere.

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