Future Film Festival


Spunti per visioni animate dal Future Film Festival 2007
( Bologna 17-21 gennaio 2007, IX Edizione)

Di Carmilla

splappis@yahoo.it

OCCIDENTE……
Renaissance (Francia- Regno Unito-Lussemburgo/2006), primo lungometraggio d’animazione del regista Christian Volckam, nasce da un lungo lavoro di sperimentazione grafica interamente basato sulla motion capture (tecnica di animazione che permette di applicare alle immagini in 3d movimenti precedentemente registrati di attori reali).
L’ambientazione è quella di una Parigi futuristica, labirintica e irriconoscibile, isolata in un mondo devastato dalle epidemie e della guerra; in questo scenario di degenerazione la ditta farmaceutica Avalon sviluppa il suo elisir di immortalità, liberando finalmente gli uomini dall’ossessione della vecchiaia e della morte; in seguito al rapimento di una giovane ricercatrice un noto poliziotto incaricato di ritrovarla viene coinvolto in una vertiginosa vicenda di corruzione, spionaggio industriale e folle ricerca genetica. Il risultato è una storia a metà strada fra film noir e fantascienza, che riflette sul fragile rapporto fra etica e  scienza, e sull’incredibile lotta dell’uomo contro la sua stessa natura. Non a caso il regista ammette l’influenza da parte dei capolavori d’animazione giapponese sul tema quali ‘Ghost in the Shell’ e ‘Akira’, senza dimenticare di citare i classici della fantascienza (Blade Runner) o il debito nei confronto delle opere di Moebius, Enki Bilal o Frank Miler (Sin City). L’intera pellicola, ad eccezione di un solo disegno, si sviluppa in bianco e nero, in un  contrasto estremo che non prevede l’intermediazione della scala di grigi, e che ritaglia oggetti e personaggi  in cornici artificiose e drammatiche; la stessa drammaticità pervade le strade contorte di una Parigi reinventata da un sofisticato sistema di condotti e piazze che soverchia gli antichi monumenti, una metropoli tagliente in cui- afferma il regista- i contatti umani si diradano. Volckam tuttavia, ci fornisce una via di fuga proprio attraverso l’uso della  motion capture che, ritraendone le movenze e le emozioni , consente il recupero della dimensione umana e  anima gli sguardi dei personaggi di una vitalità del tutto innovativa.

………..ORIENTE

The girl who laept trough time (Giappone/2006) del regista Hosoda Mamoru è una delle opere più interessanti del cinema d’animazione giapponese degli ultimi anni. Esilarante e poetico al tempo stesso, il film si avvale tra gli altri del contributo prezioso di Nizo Yamamato, art director per molte opere dello Studio Ghibli ( La principessa Mononoke, Una tomba per le lucciole) e dei disegni di Yoshiyuki Sadamoto ( già noto per Neon Genesis Evangelion). La storia è tratta da un racconto di Tsutui Yasutaka  , già portata sullo schermo nel 1983 da Obayashi Nobuhiko (Girl of time) regista dello spettacolare Hausu; il film di Mamoru narra le vicissitudini  della diciassettenne Makoto, nipote della protagonista originale del racconto, che acquista improvvisamente la capacità di viaggiare indietro nel tempo; tale dono le permetterà di risolvere le più svariate situazioni e nello stesso tempo di riflettere sull’unicità di ogni istante dell’ esistenza e delle relazioni umane. Lo sfondo è quello di un mondo adolescenziale dotato di purezza e onirismo che, pur nella sua solidità e pur con i suoi stereotipi ( i primi amori, le regole scolastiche, la pratica del football con sport nazionale nipponico) contiene in sé le potenzialità di molteplici universi e di esilaranti variazioni spazio-temporali; degno di nota il montaggio, ritmato, vorticoso , frantumato, capace di trascinare lo spettatore nella più visionaria delle avventure di animazione degli ultimi anni. Non a caso Mamoru era stato scelto inizialmente dallo studio Ghibli per la regia di Il castello errante di Howl, prima che Miyazaki decidesse  di interessarsi al progetto; Momura inoltre è autore dello splendido filmato pubblicitario girato per la casa di moda Louis Vuitton ( Superflat Monogram del 2003) in cui una bambina precipita in una dimensione caleidoscopica (dentro ad un gigantesco panda!! ) popolata dai personaggi dell’artista pop Murakami Takashi : guardatelo in rete e fatevi un’idea del talento raffinato di questo regista, forse ancora sconosciuto in Italia, ma già pluripremiato, con tutti i meriti, a livello internazionale.