The Simian ‘We Are yours Friends’


(Astralwerks 2006)

Sono passati tre anni dall’uscita dell’ultimo disco dei Simian, ‘We are yours friends’. Peccato poiché gli inoperosi quattro di Manchester avevano illuso mezzo mondo con la realizzazione di alcuni promettenti singoli, coadiuvati dalla manina santa di Brian Eno. ‘We are yours friend’ viene riproposto oggi, in versione rimasterizzata e accolto nuovamente in sordina dal mondo indie. I quattro alquanto sinistri signori James Ford, Alex MacNaughton, Jason Shaw e Simon Lord comparvero qualche tempo prima, nel 2001, con un vinile dall’aria ironica e postmoderna: ‘Chemistry is what we are’. La copertina ospitava il corpo di un san bernardo con un muso di capra tatuato sopra. La cinica parodia di un genetista. Il booklet sembra l’opuscolo di una mostra di Paul MCcarty. Cover a parte, il contenuto è bellissimo e le contaminazioni artistiche sono davvero molte. Beta band, XTC, Beach Boys Beatles in primis. La track When I go, è palesemente dedicata a questi ultimi. Coretti e controcanti affondano le loro radici in un filone musicale che ha fatto quindi da sempre tanta fortuna, anche se il risultato non è che un’adulterazione nevrotica e dinamica dei succitati. Il loro singolo, La breeze, fu già una hit, usata in uno spot. Il risultato è un frappè di musica pop, elettronica, house (poco, non temete), drum n’ bass con ritmi abstract e vene funk. Questo originalissimo disco è stato definito un “oggetto elettropop” specie negli episodi più ispirati quali She’s in Mind, Skin, Helpless. Quest’estate di tanto in tanto mi è capitato di vedere il loro delirante video rallenty diretto da Rozan & Schmel, Never be alone, estivo al punto di essere servito col ghiaccio. Si saranno divertite e ammaccate nel girarlo, le controfigure, ovviamente. Anche se a molta gente farà schifo probabilmente vedere chi- vomita- su-cosa mentre un gatto salta sulla pancia di quello che dormiva sul sofà e che, vinto da narcolessia domestica nel frattempo fa cascare la montagna di mobili accatastati fino al soffitto. Bè, per dirla alla Lester Bangs, ci saranno pazzi abbastanza sani di mente da capire che il concetto di Buon Gusto è stato architettato per impedire alla gente di divertirsi e di sguazzare in una rozzezza senza senso. Insomma non ripetete l’esperimento dei Simian nel salotto buono di casa vostra.

Voto: 8

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