Khancoban ‘Khancoban e.p.’

(Half A Cow 2006)

Dalle musicalmente sempre fertili terre down under ci giunge l’omonimo e.p. d’esordio dei Khancoban, nuova proposta della Half A Cow, etichetta storica dell’underground australiano.
Attivi già dal 2004, i Khancoban hanno scritto e registrato le sette tracce, che hanno poi finito con il comporre questo loro debutto, solamente alla fine del 2005, scegliendo uno studio sulle colline nei pressi di Melbourne, per cercare di catturare con la loro musica tanto il clima tumultuoso e ostile della realtà metropolitana di provenienza quanto la quiete delle arcadiche atmosfere rurali rievocate dalla cittadina, abbarbicata sulle montagne nella parte meridionale del Nuovo Galles del Sud, dalla quale hanno preso il loro nome.
Questo carattere antinomico delle componenti dell’ispirazione dà dei frutti davvero pregevoli.
I brani esprimono una sensazione di smarrimento, prodotta dalla coesistenza di voglia di fuga e nostalgia al pensiero della lontananza, e le loro melodie sono l’armonica descrizione di una profonda disarmonia interiore.
La circostanza appare chiara fin dalle note iniziali di These lines can be traced, le quali paiono volerci trasportare alla volta scenari post-rock a la Mogwai e che invece si risolvono ben presto, e con grande naturalezza, in una bucolica ballata gradevolmente pop (con eco di Go-Betweens) ma non troppo, mantenendo l’impronta “spaziale” e sognante suggerita della note introduttive.
La stessa dicotomia è presente anche nelle successive I wish I was on a plane somewhere e Smoke and the light e Little lights, little rows, nelle quali la spazialità viene ricreata facendo ricorso ad una steel guitar ovvero, nell’ultima delle tre, ad un solitario piano reiterato all’infinito.
Everywhere I see the sea e Take me where I want to go sono escursioni in territori country/bluegrass, con violini e fisarmonica, malinconiche senza essere tristi, che richiamano alla memoria anche i Triffids, mentre la con la conclusiva Untitled calano un sipario fatto di rumore e manipolazione.
Se, come si dice, il buongiorno si vede dal mattino, i Khancobian sono già sulla buona strada. Attendiamo conferme.

Voto: 8

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Autore: a.crestani@yahoo.com