Black Era ‘The Point of No Return’

(A Quiet Bump 2006)

Il sud Italia in questi ultimi anni ha acquisito una statura nel campo electro che fa invidia a mezza europa. Gli Almamegretta e i 99 Posse in primis, ma anche i Sud Sound System, Madaski, Retina e le tarante pizzicate calabresi stanno mettendo a soqquadro il modo di pensare il ritmo, stanno avvicinando il mediterraneo alle macchine, la natura all’industria.

In questo senso si inserisce la proposta dei Black Era, che sembrano provenire direttamente da quelle visioni claustrofobiche degli ultimi Massive Attack e della Ninja Tune più cupa, il tutto mescolato con qualche pennellata dub downtempo che ricorda l’Austria di Tosca, mescolata a una voce soul dark che si avvicina ai Gathering o a Cristina Scabbia.

L’intro negativa ricorda le dichiarazioni d’intenti di Why Hip Hop Sucks dello Shadow prima maniera, The Black Page inizia il trip di synth e di urban soul che prepara l’atmosfera nu hip hop di What About Us e di Delete Carefully. Shielded mescola la base con inserti di chitarra in delay à la U.N.K.L.E. con accenti pinkfloydiani, Legs To Run è un piccolo quadretto electroacustico radioheadiano che intristisce ulteriormente l’atmosfera. Nel cuore del disco viene valorizzata la voce prettamente dark di D. Y. Darshan, che si mantiene in bilico tra la melodia e il ritmo con una facilità sorprendente.

Un disco ben prodotto e molto piacevole, che però in certi punti dichiara troppo apertamente le sue fonti d’ispirazione. Se fosse uscito qualche anno fa sarebbe stato una mina esplosiva. Attendiamo ora un distacco completo dai maestri, ma siamo consapevoli che la strada è ormai ben lastricata verso il grande botto.

Contatti:
Etichetta: www.aquietbump.com
Booking: www.soundabbast.it

Voto: 6

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Autore: taffey6977@gmail.com