Mau Mau ‘Dea’

(Mescal / Sony 2006)

Se dicessimo che per questo disco c’era una grande attesa diremmo una cosa falsa. Nessun hype; scarse le attese. Eppure questo “Dea” segna un ritorno importante. Sono passati infatti ben sei anni dall’ultima uscita in studio targata Mau Mau. Certamente non un breve lasso di tempo al punto che si cominciava a sospettare il peggio per le sorti del gruppo torinese. Non è stata comunque una pausa passata con le mani in mano. Eccettuato l’anno sabbatico di rito sono affiorati difatti qualche side-project (Banda Ionica e LucAmor) e soprattutto alcuni viaggi nei vari Sud del mondo. Già i viaggi, non un’inezia quest’ultima, visto che da sempre il tema dell’iter, o meglio, della migrazione e le relative contaminazioni con culture diverse che questi implicano costituisce uno dei fondamenti dell’attitudine e della poetica del combo acustico.
A tal proposito “Dea” non costituisce certo eccezione dal momento che è stato concepito tra il Brasile e il Salento (per poi essere missato a Parigi). Né viene meno lo spessore dei suoi illustri predecessori. Segno che Luca Morino e Fabio Barovero continuano ad essere sé stessi, e cioè ad essere avulsi da qualsiasi moda e a far conciliare sapientemente tra sè la sacra triade tradizione-evoluzione-canzone. Tutto questo per dire che i Mau Mau fanno sul serio e che a loro va stretta l’etichetta di Negresses Vertes italiani con cui vengono spesso bollati. La loro nuova prova ci dà l’ennesima conferma: dal Rock terzomondista di Cannibal alla bossa sinuosa di Qualcuno verrà da te; dalle brezze calypso di Il treno del sole al raga di La casa brucia – frutto quest’ultima della collaborazione con i Sud Sound Sistem – è un continuo susseguirsi di buone vibrazioni. Non si può poi non citare Can anrabià dove subentra il freestyle di Calixto, poeta-MC direttamente dalle favelas di San Paolo. E poi c’è la penna di Morino in grado di dispensare magnificamente versi espliciti ma filtrati dalla poesia. Liriche dense di motivi pasoliniani che riescono sempre come arrivare giù in profondità, anche quando rimangono a un livello più epidermico (un esempio su tutti: Mia macchina Mercedes). Un gruppo che ha cose da dire (e sa come dirle!).
Che Iddio ce li conservi a lungo.

Voto: 9

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